L'autore analizza il percorso artistico di Manzù confrontando alcune opere degli esordi - come Chitarrista del 1929, Il Re e il San Giovannino del 1931, Sposalizio della povertà e Gesù e le pie donne - con il David e con le più recenti Crocefissioni esposte alla Galleria Barbaroux di Milano. In tal modo l'articolo evidenzia la continuità di una ricerca dall'artista consumata - grazie alla riflessione su Medardo Rosso ed alle prime esperienze di sapore "primitivo" - all'insegna dell'invenzione di "integrali valori".