L'introduzione di Nino Bertocchi all'esposizione di Giacomo Manzù e Renato Birolli organizzata presso la Galleria Genova, in polemica con le osservazioni della critica coeva, sottolinea l'importante funzione assolta dallo sculture verso il raggiungimento di una plastica italiana libera "dalle pastoie di un decorativismo gratuito". Per Bertocchi, infatti, il valore e la modernità di Manzù si misurano analizzando la relazione del giovane bergamasco con l'opera di Medardo Rosso, artista di cui Manzù avrebbe saputo cogliere il "segreto" riferendolo, però, ad una "superiore verità spirituale" e superando, pertanto, le "nostalgie per il particolare sensibile, per il lineamento letterariamente patetico, per l'arabesco inedito e strano".
 La brochure contiene anche un nota biografica e bibliografica su Giacomo Manzù e un elenco delle opere esposte per l'occasione (5 sculture, 9 disegni):
 1 - Ritratto della moglie, cera, 1938
 2 - Il Prigioniero, bronzo, 1936
 3 - Maschera gialla, cera, 1937
 4 - Testina di donna, cera, 1938
 5 - David, bronzo, 1935
 6 - Disegno
 7 - Disegno
 8 - Disegno
 9 - Disegno
 10 - Disegno
 11 - Disegno
 12 - Disegno
 13 - Disegno
 14 - Disegno
 Illustrazioni: Testina di donna, cera, 1938; Ritratto della moglie, cera, 1938
Note
Nell'elenco delle opere esposte la data "1935" riferita alla scultura in bronzo David è corretta a penna e mutata in "1938".