Il testo, criticando la natura dell'arte sacra contemporanea "che s'illude d'essere in pace con le leggi dell'arte e con le leggi della religiosità, ma non è, invece, che disamorata rimanipolazione dei vuoti canoni del confessionalismo artistico e iconografico", sottolinea l'eccezione rappresentata da Giacomo Manzù, augurandosi che riesca ad affermarsi nel concorso di secondo grado per le porte di San Pietro.