Lo scultore Giacomo Manzù
  • Tipologia
  • Ritaglio stampa
  • Autore
  • Vitali Lamberto
  • Dati Pubblicazione
    • Luogo di edizione Bergamo
    • Lingua italiano
  • Abstract
  • L'articolo passa in rassegna gli esiti grafici e plastici di Giacomo Manzù a partire dalle prime esperienze giovanili consumatesi presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Da questa fase "primitiveggiante", non esente da una ricerca di "ritmo architettonico" che nei disegni vedeva Picasso "mescolarsi curiosamente ai primitivi", Manzù sarebbe approdato, riprendendo il filone del Piccio, di Daniele Ranzoni e di Medardo Rosso, dinanzi agli interrogativi dell'Impressionismo, risolvendoli in modo nuovo. Testimonianze di un simile trapasso si coglierebbero, secondo Lamberto Vitali, in opere come La Madre del 1934 (distrutta), la Testina di proprietà Carrà, e ancor più chiaramente nel Davide del 1936, esempio della distanza ormai percorsa rispetto al primitivismo delle prime sculture sacre
     Illustrazioni: La principessa, 1933; La madre, 1934; Davide, 1936; Testina, 1935 (collezione C. Carrà, Milano); Donna che si pettina, 1936 (Galleria Nazionale d'Arte Moderna); Donna che si accomoda la calza, 1936 (collezione Cassani, Milano); Testa femminile, 1936 (collezione Pietro Feroldi, Brescia); Nudo femminile, 1935 (disegno); Bambina, 1935 (disegno); Maschera bianca, 1937 (collezione Cassani, Milano); Ritratto della moglie, 1938 (collezione Giovanni Scheiwiller, Milano); Ritratto della moglie (collezione Francesco Messina, Milano); Donna col cappello, 1937; Nudo femminile, 1937.
  • Note
  • Altri personaggi citati: Edgar Degas; Paul Cezanne; Aristide Maillol; Brancusi Costantin; Jean Hans Arp; Renato Birolli
  • Immagini