L'articolo recensisce la mostra di disegni di Giacomo Manzù allestita presso il salone de "La Stampa" di Torino e destinata ad essere trasferita prima ad Anversa e poi a Buenos Aires. L'autore, oltre a sottolineare la sensibilità dimostrata dall'artista, ne sottolinea "l'acutezza introspettiva" che per "trenta volte sa trasformare un unico volto come la cangiante luce sfuma d'attimo in attimo il tono d'un colore".