Passeggiando per le mostre
  • Tipologia
  • Ritaglio stampa
  • Dati Pubblicazione
    • Luogo di edizione Bologna
    • Lingua italiano
  • Abstract
  • L'articolo recensisce la mostra di Giacomo Manzù allestita a Bologna dalla "Galleria del Libraio". Interessante è osservare come l'autore affronti il problema della ricezione, da parte della critica, della produzione dell'artista bergamasco. Scrive, infatti, Conti: "Manzù trova consensi pressoché unanimi sia fra i tradizionalisti che fra i moderni; ecco perciò un problema critico che pone subito l'istanza del perché. Se accontenta categorie che si possono considerare ai poli opposti, vuol dire che accoglie elementi ritenuto necessari agli uni e agli altri. Ed ecco un secondo problema, corollario beninteso del primo. Quali sono, allora, questi elementi che Manzù fonde nella sua sintesi? A mio avviso egli opera con quelli che si potrebbero chiamare "centri espressivi" collegati a semplificazioni che appartengono alla sfera formale. Risolta insomma la rappresentazione poggiata sul "patetico", può abbandonarsi senza più timore di nuocerle allo stile in sé. Tra i "centri", che insisto a chiamare "espressivi" considero il volto e le mani. Tanto gli uni che le altre sono modellati in modo classico indulgendo alquanto, ma con sobrietà e compostezza (per ciò uso l'attributo classico) a una cantabilità romantica, starei per dire verdiana, cioè di natura facilmente orecchiabile. Lì per lì, talvolta, può dare perfino un urto che muove con severità a una più attenta analisi, sennonché Manzù ne esce vittorioso, in quanto corregge il suo romanticismo con una fermezza del tutto chiarificata e sobria e il suo tradizionalismo con un innesto vitale e sommovitore di ritmi che rientrano nella problematica d'oggigiorno".
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