Manzù
  • Tipologia
  • Estratto
  • Autore
  • Carluccio Luigi
  • Dati Pubblicazione
    • Luogo di edizione Torino
    • Lingua italiano
  • Abstract
  • Il testo di Luigi Carluccio ripercorre alcune tappe della carriera di Giacomo Manzù (la mostra allestita nel 1942 al Centro Nazionale delle Arti di Torino; la personale tenutasi a Palazzo Reale nel 1947), ne analizza la produzione (dagli esordi legati all'esempio di Medardo Rosso alla più recente Sedia con frutta) e ne elogia la consapevolezza artistica. In particolare l'autore si sofferma a considerare il rapporto dello scultore con la contemporaneità, difendendone gli esiti a fronte dei linguaggi moderni. Scrive, infatti, Carluccio:
     "La posizione esplicitamente anticulturale di Manzù, il suo restare programmaticamente estraneo alla pressione della incessante dialettica delle avanguardie, fenice sempre risorgente dalle ceneri, ha sempre fornito il primo argomento d'accusa da parte di chi mette in discussione l'attualità o modernità del linguaggio plastico dello scultore. In realtà Manzù non accetta né sul piano tecnico, né sul piano emozionale lo sperimentalismo astratto che caratterizza tanta parte delle ricerche dei suoi contemporanei. Nella sua già lunga carriera l'esperienza, sia tecnica che emotiva, non è un fenomeno contingente ma il fronte a sè come oggetto, o dentro di sè come memoria; che egli sente vivere tutto intorno, che ama profondamente".
  • Note
  • firmato U. R
  • Immagini