L'articolo, nel recensire la mostra di Guttuso e Manzù allestita presso la Galleria la Nuova Pesa di Roma, si sofferma a considerare, con tono polemico, le ragioni dell'esposizione.
 Scrive, infatti, l'autore:
 "Può apparire a tutta prima sconcertante un binomio come questo di Guttuso e Manzù, espositori alla Nuova Pesa; in realtà esso si spiega benissimo in un momento come l'attuale, quando non è più questione di sfumature o di particolari atteggiamenti psicologici, culturali e morali, ma di idee generali attorno a ciò che si chiama la visione artistica. La frattura tra figurativo ed astratto (...) è ormai così profonda che non consente ricerca di difficoltà marginali. Certo, non è impresa facile nuotare contro corrente. Eppure con i "figurativi" (...) si potrebbe ormai fare una grande mostra; non s'ha da credere che tutto finisca con Guttuso e Manzù. Si potrebbe: mettendo in queste cose più intelligenza, più coraggio e cognizione di quelle fin qui dimostrati dagli ordinatori di mostre; soprattutto più polemico spirito di ricerca".