Mio carissimo Adolfo,/ non avrò dunque il tuo/ Santo Francesco! Ma non te/ lo chiedo se non per l'agosto/ del 1926. Forse troverai il/ tuo tempo./ Proprio stamani/ ho messo in una bella cornice/ vecchia un altro esemplare/ del dante Adriacus./ Molto mi piace questa im/ presa del Monte Albio./ Salvatore mi parla d'una/ incisione da porre nel / libro del Sudore di sangue:/ >./ Il momento eroico - per me uno/ dei più alti - in Getsemani è/ quando Gesù ha il sudore di/ sangue mentre i discepoli sme/ morati dormono. Te ne ricordi?/ "Sustinete hic, et vigilate/ mecum"./ Tu sei maestro di corpi gia/ centi. I discepoli , che Gesù prese/ con seco, non erano se non tre: Pietro e i due figliuoli di Zebe/deo./ Basta mostrare di scorcio/ i tre dormienti sotto i tronchi/ disperatamente contenti degli/ Ulivi./ Gesù guarda i giacenti, che / non si riscotono. E dice: >./ Profondità incomparabile/ di amrezza. La sua fronte/ gronda di sangue angoscioso./ MI ricordo di aver veduto una/ vecchia stampa ove Gesù era/ rappresentato sopra un'altura, a piè / di un ulivo più triste di un/ patibolo; e, al margine dell'altu/ ra , i tre discepoli dormivano ./ Pietro/ e Giacomo avevano il volto nasco/ sto, ripiegato fra gomiti e gi/ nocchia. Giovanni l'aveva sco/ perto, posato sul braccio manco./ Tu sai come per lungo tem/ po io ebbi sofferto la medesima/ agonia insonne fra dormienti./ "Et ait illis: Quid dormi/ tis? Surpite"./ Questa è l'epigrafe del libro./ Desidero molto di riveder/ ti. Verrò a cercarti in Roma/ o in Bologna./ Io sono traboccante di poe/ sia, Lotto per raccoglierla in/ belle tazze di diamante nero./ Ricordami alle tue care don/ ne. Ti abbraccio./ Il tuo / Gabriele./ 30 marzo 1924.