Gino Severini "Il taccuino cubo-futurista. Il Rappel-a-l'ordre. La scena"
  • Livello
  • unità archivistica
  • Data
  • 15 febbraio 1977
  • Soggetto produttore
  • Ferraria Daniela
  • Consistenza
  • docc.: 8 , cc.: 9
  • Descrizione
  • dattiloscritto, fotocopie, articolo di giornale. fotografia, fotocopie di una pubblicazione
  • Contenuto
  • A cura di Ester Coen e Maurizio Fagiolo

     - Dattiloscritto di Daniena Ferraria in cui descrive la raccolta e il
     catalogo pubblicato
     - Due fotocopie: una della copertina del catalogo e l'altra di un'opera di Severini e il titolo della mostra
     - Articolo del Giornolibri a cura di Maria Torrente in cui si parla di Severini e della mostra alla galleria Arco d'Alibert
     - Una foto dell'opera di Severini 'Arlecchino', 1923
     - Tre fotocopie estratte da un volume non specificato che riportano citazioni estrapolate dai taccuini di Severini
  • Unità di conservazione
    • tipo / valore Faldone 3
    • Collocazione deposito fondi storici
    • Stato di conservazione buono
    • Note Severini:

       L'ultima mostra fatta con Mara Coccia fu una mostra importante, avevamo esposto una raccolta di disegni cubo-futurista di Gino Severini, il catalogo era curato da Maurizio Fagiolo Dell'Arco e Ester Coen.
       Era stata la vecchia amicizia con la famiglia Severini che permise questa mostra così preziosa dei taccuini dell'artista.
       La parte più interessante della raccolta era costituita dai disegni futuristi dell'anno 1912 già allora molto rari, poi erano presenti opere più tarde datate intorno agli anni 19 queste composizioni, tipiche di quegli anni, erano state realizzate con la costruzione del tracciato geometrico su cui l'artista inscriveva delle figure di maschere o delle nature morte con strumenti musicali.
       Erano disegni molto precisi che testimoniavano la riscoperta della classicità del periodo che chiamarono "rappel-a-l'ordre".
       Inoltre c'erano delle scenografie: quelle del 'Anfiparnaso' per il Maggio Musicale fiorentino e della 'Scarlattiana' con la musica di Casella per il Teatro delle Arti a Roma.
       In catalogo oltre agli scritti dei critici erano pubblicati dei testi dell'artista che da bravo toscano scriveva: "Quando si toglie all'arte ciò che è misura , numero e peso, ciò che resta non è più arte, ma un lavoro manuale".
       Il catalogo oggi introvabile, in copertina ha una successioni di immagini fotografiche di Severini che si maschera con un cappello costruito con un foglio di giornale ripiegato, come fanno i muratori, e gioca con uno strano occhio finto.