D'Annunzio a De Carolis
- Livello
- unità documentaria
- Numero definitivo
- 64
- Tipologia
- lettera
- Data
- 14 febbraio 1917
- Autore
- D'Annunzio Gabriele
- Destinatario persona
- De Carolis Adolfo
- Destinazione
- Palazzo del podestà di Bologna
- Consistenza
- cc.: 6
- Descrizione
- lettera manoscritta su dieci facciate, busta con cinque timbri in ceralacca nera, allegati con appunti e schizzi
- Stato di conservazione
- segni di usura e lacerazioni
- Contenuto
- Si fa riferimento alla precedente lettera datata Venezia 10/ 2/1917, in cui esprime ammirazione per l'incisione della cornucopia e vengono date indicazioni tecniche per la realizzazione dell'impresa "Io ho quel che ho donato"e per la copertina del Notturno; sono allegati due biglietti con schizzi e annotazioni a matita.
- Lingua
- italiano
- Note
- Mio carissimo Adolfo,/ come sei buono! Ricevo ora la cor/ nucopia, bella come sono belle tutte/ le tue cose, anche le minime./ Il volume delle poesie latine è/ una meraviglia, nel testo e nei/ disegni. Il tuo disegno è diventa/ to d'una intensità espressiva/ che non trovo neppure nei grandi/ maestri. Dell'incisione in legno/ hai fatto un'arte tua, tutta tua, / potentissima e singolarissima./ da talune di queste immagini sono / rapito come dalla musica. Le/ guardo e le riguardo. V'è l'in/ finito della melodia./ Una immen/ sità in un sì breve spazio,/ come se tu disegnassi con la / linea dell'orizzonte. E il tuo/ senso del "patetico" è andato / sempre crescendo, insieme col/ senso del "mistero". Ci sono/ qui arie di volti, attitudini/ di corpi, che sembran sospese/ al limite estremo dell'anima/ lirica./ Che gran dono m' hai tu fatto!/ Ma anche tu puoi dire: "Io ho/ quel che ho donato"./ La grandezza dell'impresa/ mi par giusta; e vorrei evitare / la riduzione in zinco. Quanto/ è bene stampato questo le/ gnetto! Che bel nero grasso!/ Non si trova più carta./ Vedo che tu ne sai ancora sco/ prire, da questi saggi./ Io vorrei che tu mi procurassi,/ a Bologna, fogli da lettere, alme/ no larghi come questo su cui / scrivo, e solidi per sopportare / la mia penna pesante; e che / tu stesso mi facessi stampare/ sui fogli l'imresa. Posso / piegare il foglio ad libitum / e metterlo in una busta/ qualunque./ Ti mando 150 lire per / queste spese./ = Ti accludo anche il/ "formato" del Notturno e la / "Giustezza" della pagina./ Ho bisogno di un disegno/ per la copertina di tre testate/ (alta 4 centimetri e larghe come la "giustezza" del testa), di/ un frontespizio interno, di/ una riquadratura per la de/ dica, e forse di tre finali/ (pei quali sarebbe necessario/avere la misura dello/ spazio che resterà in fondo/ a ciascuna pagina finale)./ Ma sarà possibile stampare/ il legno,/ per alcune migliaia/ di copie?/ Il legno resiste/ a una larga tiratura?/ L'impresa delle cornu/ copie va nel rovescio/ della copertina./ Avendo/ il formato, puoi regolarti/ per le dimensioni./ Spero di poterti mantenere/ almeno una parte delle stampe/ del Notturno. E' il libro che ho/ scritto, riga per riga, nel buio;/ un libro di dolore e di dispera/ zione: aegri somnia./ Ero minacciato di cecità./ E' il diario della mia sofferenza, / attraversato da un lirismo/ che talvolta è quasi delirio./ Per i disegni: simboli/ della notte, emblemi della pro/fondità, figure funebri./ Sulla copertina forse una / figura sorella di quella tua / Phidyle. Le ali della Notte/ piegate, dalle tempie, a ricoprire/ gli occhi. Uno sguardo/ intenso, uno sguardo spi/ ritale, di sotto un'ombra/ di penne a vita in / forme di allucinazione./ Ti manderò le prime / pagine dopo la corre/ zione./ Scrivo in fretta ./ Ti prego di recarmi una / fotografia delle arche che/ sono nel sagrato di San / Francecso, e una di quella di / Rolandino./ Voglio alzare/ a mia madre un'arca/ su colonne in vista del / mare, sopra una collina / che ora è fiorita di man/ dorli./ Stamani ho portato alla / sepoltura un altro mio com/ pagno amato, un aviatore/ marino, un ligure, Giuseppe/ Garrassino, ucciso in com/ battimento aereo./ La morte è da per tutto./ Ho sempre nell'orecchio il [rugginio] / della lampada che suggella / le casse di piombo./ Tu lavori . Sei forte./ Sei sicuro./ Ti abbraccio./ Il tuo/ Gabriele D'Annunzio/ 14 febb. 1917
 Si segnala la presenza sulla prima facciata della lettera, in alto a destra, un appunto manoscritto a matita azzurra: "giustezza 15" e vari segni con la stessa matita nel testo.
- Persone
-
D'Annunzio Gabriele
Garrassini Giuseppe
Rolandino - Enti
-
Palazzo del podestà di Bologna
Comando 3 armata
Chiesa di S. Francesco di Bologna - Luoghi
-
Bologna
Venezia
- Immagini

D'Annunzio a De Carolis

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