D'Annunzio a De Carolis
  • Livello
  • unità documentaria
  • Numero definitivo
  • 111
  • Tipologia
  • lettera
  • Data
  • 24 aprile 1924
  • Autore
  • D'Annunzio Gabriele
  • Destinatario persona
  • De Carolis Adolfo
  • Destinazione
  • Palazzo del podestà di Bologna
  • Consistenza
  • cc.: 3
  • Descrizione
  • lettera manoscritta su sei facciate, busta con sigillo di cera lacca nera con legenda "Io ho quel che ho donato"
  • Stato di conservazione
  • discreto
  • Contenuto
  • Riguardo l'impresa del Duca d'Aosta, notizie su Gino Barbieri e indicazioni tecniche per la stampa di xilografie.
  • Lingua
  • italiano
  • Note
  • Mio caro caro Adolfo,/ sono stato poco bene e afflitto./ Perdonami l'indugio./ Inoltre, aspettavo di giorno in/ giorno che Giorgio del Vecchio/ venisse a Bologna per affidargli un piccolo pacco di carta/ e questa lettera./ A proposito della carta, non potremo più avere - sembra - l'altro quintale. Gli uomini del/ Museo Correr si sono impadro/ niti dei registri che il carto/ laio voleva mutilare a nostro/ beneficio. Però non dispero. Ti mando anche duecento lire/ per pagare l'incisore e la scatola/ di carta impressa./ Ti sarò grato se mi farai/ tirare il legnetto dell'arciere/ su una certa quantità di fogli/ di carta a mano, simili/ a quelli su cui fu, impresso/ il >; ma desidero che il foglio sia diviso in due/ e che il legnetto sia impresso/ su ciascuna pagina o cartella./ Io, per la stanchezza dell'occhio,/ ho potuto poco decifrare/ le restanti liste del Notturno./ Sono in ritardo./ Del tuo lavoro non rimangono/ se non i due finali, l'Indice/ e l'impronta dell'incisore./ Questa va in fondo al volu/ me e può prendere - come ornamento - l'intera pagina./ Conterrà il motto (Dant...)/ e il tuo nome: Opus A de/ carolis piceni./ nell'occhiello va posto/ Indice dei capiversi. E io vi/ farei un fascio di testa (cartigli)/ tenuti da un pugno e avo/ lagranti. Il pugno ne serra/ un'estremità , lasciandolo libero/ il resto che si divincola/ al vento in un cielo notturno./ Come ti telegrafai, l'impresa/ del Duca mi piace, e la lascerò/ così, senza caricare il fondo./ Per la copertina - che è/ bellissima - non approvo la tua proposta di sovrapporvi/ un tono azzurrino. Pre/ ferisco la xilografia schietta./ Non ti so dire quanto mi/ manca il legno dell'Urlo di/ Achille, così fatto di movi/ mento eroico. L'ho messo in cornice, e lo guardo spesso./ Bisognerà pur racco/ gliere tutta quanta l'opera tua d'incisore./ Se rimarrò vivo, vorrò/ fare un piccolo libro con te,/ per delizia./ Gino Barbieri è assegnato / al mio reggimento, al 770./ Lo rivedrò fra pochi giorni./ Ho cercato di rassicurare la fa/ miglia che era molto inquieta./ Scriverò a Giorgio del Vecchio/ che viene a vederti. Puoi dargli qualunque cosa che tu abbia/ da mandarmi./ Come sta la povera picco/ la?/ E perchè non mi mandi/ un'incisione di Donella?/ Saluti affettuosi alla tua/ compagna buona./ Ti abbraccio. Il tuo/ Gabriele D'Annunzio/ 24 aprile 1917.
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