Il fascicolo conserva un testo per un manifesto che esorta gli artisti al cambiamento, a nuove forme di collaborazione opposte all'attuale condizione di incultura creativa e di totale anomia in cui versa l'arte contemporanea, dove vengono a mancare i legittimi strumenti di mediazione tra l'opera e giudizio, ormai inautentico.
 Il Manifesto riporta i nomi di:
 Guido Montana, Claudio Strinati, Italo Borzi, Luigi Bellini, Mario De Gaudio, Silvio Amelio, Mario Coppola, Giovanni Pizzo, Renato Fascetti, Lucia Di Luciano, Enrico Sirello, Anna Esposito, Franco Di Vito.