"**Oppo Cripriano Efisio (pittore, scrittore)"
  • Livello
  • unità archivistica
  • Numero definitivo
  • 1376
  • Data
  • 25 marzo 1884 - 31 marzo 1948
  • Soggetto produttore
  • Ojetti Ugo
  • Consistenza
  • docc.: 202
  • Descrizione
  • lettere, biglietti, telegrammi, cartoline, ritagli stampa, copie dattiloscritte di lettere, minuta, biglietti da visita, buste da lettera, estratti
  • Contenuto
  • Corrispondenza di lavoro e collaborazione con l'invio di articoli, disegni e caricature spesso con cadenza trimestrale. Se ne segnalano alcune:
     lettera datata 26 aprile 1909, quando tornato da Tripoli, Federzoni gli dice che Ojetti si lamenta del suo silenzio, Oppo scrive: "La prego di scusarmi...Ero così pieno di cose da fare, cose per me difficili e al mio carattere repellenti; ma avevo preso l'impegno di capire la situazione politica di laggiù...E sembra che qualcosa avevo appreso di vero perché ripetutamente la cara Censura mi cestinava..."; prime lettere con intestazione dell'"Idea Nazionale", col quale collaborerà a lungo; nella lettera del 7 aprile 1916 Oppo si scusa con Ojetti per il ritardo nel rispondergli riguardo ai disegni da inviare a Londra: "Occhini ch'è stato incaricato delle spedizioni...tardò a scrivervi ed ora non siamo più in tempo..."; lo informa: "Faccio regolarmente due disegni alla settimana per l'"Idea"..."; nella lettera s.d. [ma successiva al 1920] scrive: "...le spedisco un articolo che presumo possa interessarla per Dedalo. E' di un giovanissimo che lei conosce: Amadore Porcella..."; corrispondenza di giugno-luglio 1916 con informazioni su un quadro spedito a Ojetti e sul relativo pagamento di trecento lire; Oppo comunica il suo nuovo indirizzo: Villa Strohl - Fern, a Roma fuori Porta del Popolo; nella lettera (datata solo 16 maggio) intestata "Camera dei deputati" parla dell'appoggio dato a Drei: "...mi pare giusto e onesto..."; nella lett. del 22 ottobre 1916 fa riferimento alla Mostra della Secessione e chiede ad Ojetti di restituirgli il quadro da lui acquistato in precedenza per poterlo esporre; cartolina del 29 dicembre 1916 in cui annuncia che il Municipio di Roma ha comprato il suo quadro di fiori rampicanti e Signorelli la Natura morta; nella lettera del 8 gennaio 1917 dice: "...Scrivere contro? Si, se mi fosse permesso. E' già molto che mi lascino scrivere in favore dei giovani. E' già molto che mi lascino scrivere. Non sa che Borghetti (redattore capo) trova la mia prosa sgrammaticata?..."; lettera datata 9 ottobre 1917 in favore di Spadini per "salvarlo" dall'esercito dove risulta come caporalmaggiore: "...Vi dico questo perché Forges da me sollecitato mi ha accennato alla probabilità di una qualche resistenza incontrata lassù al riguardo Spadini. Perché qui sono dispostissimi. Capirete che la propaganda pittorica di Tomaso e Michele Cascella (ho visto giorni fa la mostra) non può davvero servire allo scopo. Spadini potrebbe lavorare nelle prime linee e, quello ch'è più importante lasciare qualcosa di più interessante del quadro di "Dogali" del Cammarano. Ma per far entrare in testa ai burocratici certe cose!..." e ancora (lett. dat. 24 ottobre 1917) "...Perché i Cascella e mille altri pessimi pittori sono adoperati dalla guerra in modo degno e Spadini che se li mangia tutti in un boccone deve stare in un posto di caporal maggiore?..." e aggiunge "...La Secessione" è morta. Anzi è stata uccisa dai Lionne, Noci, Cataldi et similia che si sono decisi a riunirsi all'altra società degli Amatori e Cultori. E tutti dietro. Noi pochi, siamo rimasti fuori anche perché sarebbe ridicolo passare dopo 5 anni di libertà sotto le loro giurie..."; nella lettera del 6 gennaio 1918 scrive di aver spedito alcuni disegni che dovevano far parte di un album sull'invasione del Friuli, commissionatogli da Alfieri e Lacroix: "...ma fatti questi studi dal vero, con modelli, non mi sono sentito tanto forte, né tanto ispirato da poterli comporre in scene che non avevo veduto e che non mi avevano colpito direttamente. Ecco perché all'ultimo momento ho rifiutato un bel guadagno, ma ho la coscienza libera..."; "(glieli spedirà successivamente come scrive nella lettera del 31 marzo 1918 e lo informa dell'incarico avuto dall'Ufficio Speciale per fare disegni di propaganda a bordo della R. Nave Sicilia; nella lettera datata 14 febbraio 1918 afferma: "Tutti gli artisti (meno qualche rara eccezione: Spadini, Carena, Selva) mi vorrebbero morto..."; nella lettera del 23 giugno 1918, nell'ambito della mostra d'arte giovanile al Pincio scrive riguardo l'acquisto da parte di Ojetti di un quadro "La natura morta" di Socrate; con la lettera del 4 maggio 1919 ringrazia per l'"onorifico incarico" che Ojetti gli vuole affidare nella Nuova Rassegna d'arte da lui diretta e dice di aver fede in una seria campagna reazionaria contro tutto "il porcume" vecchio e giovane, e accenna al suo progetto per organizzare un'associazione per la tutela degli interessi artistici e degli artisti, che dovrebbe occuparsi anche dell'esposizioni circolanti; aggiunge di aver intenzione di scrivere una serie di articoli sulla Galleria nazionale d'arte moderna; seguono altre informazioni sugli articoli (lettera datata 1 dicembre 1919) ; lettera del 28 novembre 1919 con la quale chiede aiuto a Ojetti, perché: "...L'Idea nazionale" esausta (e sconfitta dalle elezioni) mi manda a spasso. Lei capisce che guaio è per me...Oggi mi trovo in queste condizioni: Politicamente (Giolitti fucilato ecc.) compromesso, e con un sacco e mezzo di gente (alti papaveri dell'arte) felicissima di potersi finalmente vendicare..."; accenna a un nuovo giornale in preparazione a Roma e chiede il suo aiuto; presenti maggiori riferimenti al nuovo giornale che "l'on. Torre farà prestissimo" insieme a Amendola "il "deux ex machina" con i denari del sig. Materasso, nell'interessante lettera del 1 dicembre 1919, dove espone in modo colorito le sue idee politiche sull'Italia "bolscevica"; nella lettera datata 13 aprile 1921 scrive: "So che devo anzitutto ringraziare Lei dell'acquisto per la Galleria; so anche che non è stato facile convincere i vecchioni della Commissione..."; lettera datata 1 agosto 1920 riguardo agli accordi per un articolo su Spadini scrive: "Ho visto Spadini e mi sono messo d'accordo (pare impossibile) con lui. Egli ha già parecchie fotografie dei suoi quadri..."; lettera datata Roma 13 gennaio 1922 sul Concorso di Ravenna; lettera datata Udine 6 marzo 1923 in risposta al questionario di Dedalo per il problema delle "Scuole d'arte"; lettera intestata "Istituto Nazionale per la propaganda e la cultura a mezzo cinematografia" datata Roma 16 maggio 1930 con la quale Oppo, avendo avuto l'incarico da questo Istituto, prega Ojetti di collaborare alla Collana di monografie "L'Arte per tutti"; corrispondenza varia come segretario generale della Quadriennale; citati più volte Longhi, Andreotti e Maraini; comunicazione a Ojetti della nomina nella Commissione premi della prima Quadriennale; invio della lista degli acquisti per la Galleria Mussolini (lettera datata 2 marzo 1931); due lettere con intestazione Camera dei deputati, del febbraio 1932, con la notazione in alto "personale", dove Oppo scrive: " la lettera di cui mi parli sarà di un C.E.O.; non certo è mia. D'altra parte come smentire delle iniziali? E' notorio che anche nei riguardi di Piacentini e di Giovannoni il mio atteggiamento di questi ultimi anni è tutt'altro che contrario. Il fatto che io e te presiederemo un Congresso Internazionale smentisce fin d'ora ogni dubbio. Credi, non bisogna fare il gioco scandalistico di nessuno. A Roma tutti hanno capito come stanno le cose e gli elementi buoni (anche fra i più ribelli artisticamente) sono indignati che io sia attaccato tutti i giorni..." e nella seconda aggiunge: "hai visto la ritirata Bardi? Avevo ragione che non si poteva smentire con un mascalzone di quella fatta una lettera firmata da iniziali? Troppo lungo sarebbe farti la storia di questo tipo di antifascista protetto oggi in pieno. A voce ti dirò. Le Corporazioni (il Ministro) che io sappia non dà alcuna sovvenzione alla G. di Roma e nemmeno i Sindacati. Finora, in un anno, la Galleria costa sopra le 200.000 lire. Che opera ha portato in fondo in pro dell'arte?...Se i Maraini fossero meno presuntuosi e arrivisti noi saremmo una grande forza..."; cenni alla mostra di Picasso e quella di Manet a Parigi (cartolina datata 30 luglio 1932); invio di una novella "del mio carissimo Virgilio Lilli" (lettera datata Roma 14 dicembre 1933); lettere del novembre 1933 riguardo il suo lavoro al Teatro Reale per l'apertura del 26 dicembre con "Lucrezia" e del "Rigoletto" al Politeama (lettera datata 14 aprile 1934); corrispondenza riguardo l'organizzazione della seconda Quadriennale; lettere dal 1937 al 1940 su carta intestata "Ente autonomo Esposizione universale di Roma"; riferimenti all'ultimo libro di Umberto Fracchia legato da "amicizia fraterna" a Oppo; corrispondenza riguardo la terza Quadriennale.
     2. Minute di Ojetti; risposta alla lettera di Oppo (datata 2 marzo 1931) del 3 marzo 1931 su carta intestata di Dedalo; minuta di Ojetti (s.d.) in cui scrive: "ho finito di leggere il suo bell'articolo su Nino Costa. Tra alcune lettere di lui a Giovanni Fattori che ho qui per la cortesia del pittore Giovanni Malesci erede del Fattori, scelgo le ultime due e gliele mando..." (presenti sei copie di lettere di Nino Costa).
     3. Corrispondenza di Oppo a Fernanda Ojetti: lettere, bigliettini da visita, telegrammi, di saluti e auguri.
     4. Lettera (intestata Prima Biennale Romana) a Ojetti a firma di Rodolfo Villani di ringraziamento; segue piccolo scritto di Oppo; lettera datata Firenze 18 marzo 1927 a Oppo del Comitato costituitosi per la Mostra di caricature a pro della Cassa di assistenza per la maternità, a firma di E. Rucellai; biglietti di invito a Ojetti alla II Mostra regionale d'arte toscana (11 aprile 1929); telegramma di Andreotti a Ojetti
     datato 5 marzo 1931: "Va bene telegrafo Oppo che attendo relazione per rileggere attentamente et decidere di firmare"; lettera dattiloscritta di Tomaso Bencivenga a Ojetti, datata Roma 11 febbraio 1935, nella quale, in riferimento a un articolo di quest'ultimo sulla seconda Quadriennale, e allo stanziamento previsto, vuole che sia "esattamente edotto sull'argomento" e sulla "inequivocabile paternità della idea e della creazione delle Quadriennali" in sostituzione delle Biennali Romane; allega sia il verbale dei decreti e delle deliberazioni del Governatore sulla istituzione di queste esposizioni (estratto n. 3893 dell'11 maggio 1927), sia la deliberazione (del 16 luglio 1927) sulla nomina del Comitato organizzatore.
     5. Ritagli stampa dal 1920 al 1962 (data in cui muore Oppo); estratti da "L'Universale" del 3 marzo 1932, estratto del discorso di Oppo in Parlamento nel corso della XXVIII legislatura sulle belle arti.
  • Sottounità
  • 1. Corrispondenza di Oppo a Ojetti (doc 154)
     2. Corrispondenza di Ojetti A Oppo (doc 9)
     3. Corrispondenza di Oppo a Fernanda (doc 16)
     4. Altri corrispondenti (doc 7)
     5. Rassegna stampa (doc 16)
  • Unità di conservazione
    • tipo / valore Cassetta 54 ins. 1
    • Collocazione deposito fondi storici
    • Note Piccolo schizzo di Oppo con dedica "a Ugo Ojetti ricordo di Giuria" e aggiunto a matita "da Oppo 3/1/1930 Venezia"; altro piccolo schizzo sulla lettera datata 19 giugno 1931 dell'opera di Ferruccio Ferrazzi del bozzetto del "Meriggio", esposto alla prima Quadriennale.