Concetto Pozzati 'Dopo il tutto.1980'.
  • Livello
  • unità archivistica
  • Data
  • 29 maggio 1981
  • Soggetto produttore
  • Ferraria Daniela
  • Consistenza
  • docc.: 20 , cc.: 22
  • Descrizione
  • dattiloscritti, dépliant, comunicato stampa, cartolina d'invito, fotografie, articolo di giornale, fotocopia articolo di giornale
  • Contenuto
  • Mostra in collaborazione con la Galleria De Foscherari di Bologna.

     - Dattiloscritto di Daniela Ferraria in cui viene spiegata la genesi della mostra e l'opera di Pozzati
     Dattiloscritto di Concetto Pozzati dove l'artista espone il contenuto della sua opera e ne spiega il significato
     - Tre dépliant della mostra
     - Una cartolina d'invito per la mostra alla galleria bolognese De' Foscherari del 31 Gennaio 1981
     - Comunicato stampa della galleria
     - Tredici fotografie di diverso formato, alcune di queste scattate nella galleria bolognese, altre nella galleria romana, queste danno un'idea dell'allestimento altre, invece riproducono dettagli dell'opera
     - Articolo di giornale a cura di Filiberto Menna, dove vengono dati consigli al visitatore al fine di godere al massimo dell'opera, inoltre l'opera, viene analizzata
     - Fotocopia di un articolo di giornale a cura di Dario Micacchi pubblicato sull'Unità (11 Luglio 1981) in cui viene descritta la mostra nella galleria romana
  • Unità di conservazione
    • tipo / valore Faldone 5
    • Collocazione deposito fondi storici
    • Stato di conservazione buono
    • Note Pozzati

       Con Pozzati eravamo amici da tanto tempo, avevamo già avuto occasione di lavorare insieme nella vecchia galleria di Mara Coccia; una volta andando alla Fiera d'Arte di Bologna vidi una sua mostra alla galleria De' Foscherari.
       Era presente un'opera molto grande creata per quell'ambiente, le pareti erano piene di immagini e tutto l'insieme mi colpì molto, poi lui me la illustrò con quel suo modo istrionico e convincente, con il sorriso nascosto sotto i lunghi grandi baffi.
       Gli domandai subito se fosse possibile portare l'opera a Roma in galleria, era soprattutto un problema di dimensioni, bisognava calcolare al centimetro tutto l'ingombro di quegli innumerevoli piccoli disegni accostati vicini fino a riempiere interamente le pareti. Dopo pochi giorni mi arrivò una lettera con tutte le misure dell'opera, per un fortunato caso era perfetta, poteva essere montata come se fosse stata fatta per quel posto.
       Si trattava di tanti collage, centinaia di disegni posti uno accanto all'altro, tutti fogli di carta fitti e dialoganti tra loro come a formare tre grandi pannelli continui che riempivano la galleria da cielo a terra. Era come un alfabeto di segni-immagine, un muro di racconti in cui l'occhio era conquistato dalla raffinatezza del disegno e si perdeva nella varietà delle immagini.