"**Nomellini Plinio (pittore), Nomellini Vittorio (pittore)"
  • Livello
  • unità archivistica
  • Numero definitivo
  • 1358
  • Data
  • 14 novembre 1898 - 17 febbraio 1962
  • Soggetto produttore
  • Ojetti Ugo
  • Consistenza
  • docc.: 69
  • Contenuto
  • 1. Corrispondenza amicale dai toni vivaci e coloriti, relativa ai suoi lavori e a riflessioni varie sul mondo dell'arte. Se ne segnalano alcune, trascrivendone brevi stralci:
     La prima lettera da Genova del 14/11/1898 è in risposta all'invio da parte di Ojetti del numero del "Resto del Carlino" con un articolo su di lui. Nomellini scrive: "Esuberante intemperante veemente ostinato (questo si perdio) tutto quello che volete, e queste sono parole vostre, ma vi prego però di lasciare in quarantena quel "deliberato proposito". Sono sincero nella vita ed anche senza volerlo vi assicuro che lo sono pure in quel poco che tento nell'Arte; potete pur credere che odio la posa e specialmente in arte tanto da curarmi assai poco della untuosa cattolica pellicola della quale si ricoprono gli artisti Tumiatiani e delle scaglie di drago che rivestono le personcine gentili alla Corradine per darsi l'aspetto terribile e fare i piccoletti Crispi della patria intellettualità..."; nella lettera successiva (dat. a matita 10/04/1899) si dice dispiaciuto che Ojetti non sia passato da Genova a vedere la mostra di Van Dick e la sua opera "Sinfonia della luna" che ha mandato alla Biennale di Venezia; lettere successive del 1901, una riguardo l'acquisto proposto da Ojetti di una copia di "Tesori del mare" per il suo amico l'ing. Moschini, altre sulla Biennale di quell'anno, nelle quali scrive di essere contento di aver incontrato lui e Pica "...i quali volentieri si son messi scavare un po' la terra e trovare la mia radice..." e ringrazia per "l'incitamento" che Ojetti ha dato nella relazione per la Galleria d'arte moderna di Venezia "...acchè qualcheduno si muova a Genova per prendersi il Colloquio..."; lettere successive da Torre del Lago, una del 13 maggio 1907 in riferimento alla "Sala del sogno, organizzata da Nomellini e Chini alla VII Biennale di Venezia e alle relative critiche sia di Ojetti che di altri: "Carissimo, ad arma bianca! benissimo - a me piacciono le stragi - L'esserti trattenuto assai in Russia ti ha forse acuito qualche sepolto spirto sanguinario: tagliamo le teste che sognano! e ci stò - libertà per tutti anche per gli sciabolatori..."; lettera da Viareggio del 29/06/1909 in risposta alla richiesta di Ojetti, che sta scrivendo per la "Lettura" uno studio biografico e critico su Telemaco Signorini, di notizie e documenti sulla sua testimonianza al processo genovese a Nomellini nel 1894, dopo l'arresto con l'accusa di aver partecipato ad attività sovversive di un gruppo anarchico; il pittore si dice disponibile; aggiunge una nota polemica sul prezzo d'acquisto della sua opera "Ditirambo" offerto dalla "Commissione", dove: "...l'assente proprio eri tu, ma il presente era ben Trentacoste..."; vari biglietti da maggio a settembre del 1910 con argomento l'offerta d'acquisto, da parte del Comune di Firenze, con telegramma di Giulio Fradeletto, di una sua opera: "Bacchino" e sull'equivoco tra la Segreteria di Venezia e il Municipio di Firenze, sul prezzo; cenni al discorso che il pittore deve tenere alla Retrospettiva del Fattori; lettera dat. Viareggio 22/11/1910 riguardo il concorso per il restauro dell'affresco del Tavarone a Palazzo San Giorgio di Genova; Nomellini aggiunge che a suo parere il Pogliaghi voglia prendere per sè l'impresa facendo eseguire, sotto la sua "...dittatura il fresco da colui che poteva resultare vincitore del concorso..."; lettere riguardo alla richiesta di una sala per la Biennale del 1914: "...avesti responso dal Fradeletto per la Sala? Io scrissili, ma per ora nulla. Voglio la Sala ad ogni modo, e Sala vasta già, non saletta, io saprò ben empirla con quadri non solamente improvvisati, ma pur, con buona coscienza operati con meditazione. Bene la campagna pro Ettore Tito: chi dipinse, specialmente la Gloria di Venezia ha ben diritto dipingere per una Sala del Palazzo Ducale... E' morto Egisto Ferroni, bel pittore e toscanissimo...Ora che la pittura ondeggia tra il Camuccini ed il cubismo (meglio, meglio mille volte il cubismo!) sarebbe bene rivendicare un pittore, il quale sorto dai macchiaioli, seppe esprimere tanto gentilmente la buona grazia della paesanità toscana..." (lett. del 28/05/1912); nella lettera da Viareggio del 6/03/1913 fa cenno alla mostra della Secessione romana dove ha una saletta (si evince dalla lettera successiva che Ojetti non accetta l'invito); telegramma (24/03/1913): "Concorso Ussi concorso Lunette rimandano mia Venezia 916 ecco semplice mistero svelato"; nella lettera di giugno 1913 prega Ojetti di favorire l'acquisto dell'opera dello scultore Mestrovic, esposta nella mostra in via della Colonna, scultore che lui, a nome di Gigi Gioli, tanto fece per indurre ad esporre ma l'esito è negativo; lettera del 30/04/1914 con argomento il Concorso Ussi: accenna a Trentacoste, "...il gentile normanno. Dissemi ch'ero una linguaccia, e che non mi sarebbe dato il premio. Eppure Trentacoste non deve volermi male, figurati gli altri!...Ho messo all'elezione Tito e Innocenti, parmi non aver mal scelto...Innocenti spero esca vittorioso dall'urna..."; una lettera del periodo di guerra (1916) di ritorno dalla " linea del fuoco"; lettera dat. Firenze 8/12/1921 in cui riferisce di aver ricevuto l'incarico da Colasanti di esaminare un quadro del pittore Covelli, insieme ad Ojetti, per giudicare se potrà trovar posto nella Galleria nazionale; nella lettera successiva scrive: " ...pertanto vedremo questo Gaele Covelli al mio ritorno da Roma...Sarà però tempo perso: al più il quadro del Covelli potrebbe trovar posto in una quadreria di Crotone, a Roma no...."; cartolina del 21 aprile 1922 con parole di lode e complimenti per la mostra a Palazzo Pitti [Mostra della pittura italiana del '600 e del '700] organizzata dallo stesso Ojetti : "...La mostra a Pitti è un vero trionfo della vera pittura e tuo. Ma è ancora una disfatta per la critica. Si diceva, si insegnava che dopo il '500, la pittura in Italia era morta. Uno dei primi a magnificare Magnasco, Ricci Cavallino, Recco, fui io. Ma mi si gridava dietro...Ora son contento; anche perché nei miei fuochi d'artificio e di bengala, alcuno troverà, in seguito, un po' di sole e lividume negli epigoni del Cézanne..."; lettera dat. Firenze 5/01/1924 riguardo le scuole d'arte dell'alto Adige e la difficoltà a trovare maestri validi; aggiunge di averne parlato con tal Palmierini; lett. del 8/01/1924 in cui si congratula: "...Il tuo quadro di figura, anzi di ritratti, è buono. Eseguito alla maniera dell'Hogarth,può sicuramente piacere ai pittori..."; nella lettera del 14 maggio 1924 scrive: "...Anselmo Bucci vuol donare il suo autoritratto, o meglio, come dice lui, la sua vera immagine agli Uffizi. Puoi aiutarmi ad aiutarlo?..."; lunga lettera (20 maggio 1924) riguardante una sua opera di "vasta mole" non accolto bene dai critici compreso Ojetti, ma apprezzato dal pubblico; la corrispondenza si dirada: due lettere del febbraio del 1926 riguardo l'incarico da parte di Colasanti di esaminare un quadro di Luigi Levi per l'acquisto da parte del Ministero; lettera a Fernanda Ojetti dall'isola d'Elba del 1929 in risposta alla richiesta di epistolario di Nomellini con Ferdinando Martini, utile alla signora Ruffino Martini;
     2. Copie dattiloscritte di lettere di Ojetti a Nomellini con datazione dal 1901 al 1924; si segnala copia di lettera a Chini (dat. 31/10/1906) riguardo la richiesta di aiuto presso Fradeletto per una sala sua, di Nomellini e di de Albertis; Ojetti consiglia di rivolgersi a Sartorio: "...egli è magna pars della nuova esposizione e vi può ciò che vuole...";
     nella lettera del 2/07/1909 scrive: "Si prepara un esodo di artisti, soci ed espositori, dalla Promotrice di via della Colonna: Chini, de Karolis, Lori, Lloyd, Torchi ecc. Ancora è cosa incerta. Se si avverasse, che farai? Verrai con noi? A via Colonna resteranno Pagliai, Focardi, Malesci e Gelli!"; scambi di nformazione sull'acquisto del "Bacchino" di Nomellini; sul concorso per il restauro dell'affresco di Tavarone, sulle varie biennali, sull'acquisizione dell'autoritratto di Bucci dagli Uffizi.
     3. Copia dell'avviso di concorso per il restauro degli affreschi del Tavarone (vari appunti a penna); foto di Plinio Nomellini (b/n 17x12) incollata su cartoncino (27.5x21.6) con dedica; tre inviti a mostre di Plinio Nomellini (di cui una collettiva) ); un invito stampa ad un' esposizione di Nomellini Vittorio (17 febbraio 1962).
  • Sottounità
  • 01. Corrispondenza di Nomellini Plinio ad Ojetti (62 cc)
     02. Corrispondenza di Ojetti a Nomellini (doc 4;13 cc)
     03. Documentazione varia (7 cc)
  • Unità di conservazione
    • tipo / valore Cassetta 53 ins. 5
    • Collocazione deposito fondi storici
  • Immagini