Pippo Rizzo
- Livello
- fondo
- Data
- 1911 - 2018
- Descrizione fisica
- Fondo Pippo Rizzo: cartelle 17, fascc. 106, docc. 1.236, cc. 3.531, volumi 179 volumi, periodici 78, libro d'autore 1, incisioni 7, riconoscimenti 4, fotografie 1054, negativi 147, diapositive 110, album 2, un libro di grandi dimensioni
- Soggetto conservatore
- Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
- Soggetto produttore
- Rizzo Pippo
- Storia istituzionale
- Pippo Rizzo nasce a Corleone il 6 gennaio 1897 in una antica palazzina al cui pianterreno il padre Nino gestiva il ristorante Stella d'Italia. Dimostrando notevoli capacità artistiche sin da bambino, decide di trasferirsi a Palermo per frequentare l'Accademia di Belle Arti dove fu allievo di Ettore De Maria Bergler. A 18 anni consegue il diploma di pittura e nel 1918 fonda a Corleone, in una bottega di un barbiere, il Circolo di cultura giovanile Rinnovamento dagli intenti sociali e politici, oltre che artistici. Conosce il futurismo durante un suo viaggio a Roma: ne rimane così affascinato che inizia ad avvicinarsi al movimento artistico fondando un cenacolo futurista nel suo paese natale. Durante questi anni stringe un rapporto epistolare con Filippo Tommaso Marinetti, leader del Movimento Futurista, il quale gli invia il Manifesto del Movimento e un suo libro con dedica: "A Pippo Rizzo e al suo Rinnovamento con simpatia futurista Marinetti". Nel 1919 Rizzo si trasferisce a Roma dove ha modo di frequentare lo studio di Balla e gli artisti che vi gravitano come Bragaglia, Depero, Dottori, Prampolini, Cambellotti e altri. Nel 1922 inaugura la sua mostra al Teatro Quirino. Nello stesso anno torna a Palermo dove, ospitato nello studio di Giovanni Varvaro, trasforma il luogo in un cenacolo culturale, insieme all'amico. Il 6 dicembre 1924 sposa Maria Carramusa con la quale si trasferisce nel suo studio prima in via Serradifalco e poi in via Vincenzo di Pavia dove apre la Casa d'Arte futurista, sulla scia delle Case futuriste di Balla, Depero e Bragaglia. Alla realizzazione della Casa collabora attivamente anche la moglie Maria producendo gli arazzi, tappeti, cuscini e altre manifatture tessili. Nel 1925 nasce la primogenita Elica e nel 1932 Alba, colei che darà grande impulso alla formazione dell'archivio Rizzo nonché seguirà le orme artistiche del padre. In Sicilia, Pippo Rizzo è l'esponente più vivace del futurismo tanto da realizzare mostre come la I Mostra d'Arte Primaverile siciliana presso il Circolo della Stampa all'interno del Teatro Massimo. Nel 1926 espone a Berlino nella mostra Die Abstralden e alla XV Biennale di Venezia nella sala dedicata ai futuristi. Dal 1927 al 1930 partecipa alle Biennali di Arti Decorative di Monza e nel 1928 allestisce a Taormina la I Mostra Nazionale d'Arti Decorative, insieme agli amici Vittorio Corona e Giovanni Varvaro. Nel 1929 diviene Segretario del Sindacato fascista degli artisti siciliani. A partire dal 1930 si allontana dal Futurismo per avvicinarsi alle tematiche novecentiste promosse da Margherita Sarfatti. Nel 1929, per il ventennale del movimento futurista, cura un numero unico "Arte Futurista Italiana 1909 - 1929" in cui compaiono le firme di Marinetti, Balla, Fillia, Prampolini, Corona, Varvaro, Civello, Benedetto e dell'allora giovanissimo Renato Guttuso. Fino al 1930 dirige, insieme all'amico Paolo Bevilacqua, il "Bollettino dell'Arte", preziosa rivista per l'aggiornamento del circuito artistico palermitano. Nel 1930 partecipa alla grande Mostra del Novecento italiano organizzata da Margherita Sarfatti a Buenos Aires e alla fine del 1931 anche a Baltimora alla Exhibition of Contemporary Italian Paintings. Nel 1933 si trasferisce a Roma in qualità di docente presso l'Accademia di Belle Arti e, durante la sua personale allestita nella Galleria di Dario Sabatello, viene acquistato il dipinto "Amore puro" dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Nel 1935 ritorna a Palermo e nel '36 viene nominato direttore dell'Accademia di Belle Arti e in quello stesso anno espone anche alla XX Biennale di Venezia. A Roma, nonostante i difficili anni del secondo conflitto mondiale, stringe importanti rapporti con De Chirico, Tosi, Omiccioli, Gentilini e Greco. Negli anni Cinquanta nascono i suoi omaggi ai "paladini" e continua a partecipare alle Biennali fino al 1955. Nel 1953 partecipa all'importante mostra l'Arte nella Vita del Mezzogiorno d'Italia: Mostra di arti figurative e di arti applicate dell'Italia meridionale, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 1955 espone in diverse gallerie d'Italia come Il Naviglio a Milano, dove stringe grande amicizia con Carlo Cardazzo e la compagna, nonché scrittrice e giornalista, Milena Milani, la Galleria Il Cavallino di Venezia, la Galleria di Stefano Cairola e a Roma, dove lavora con la Galleria La Barcaccia, la Galleria Alibert e la Galleria Barbaroux. Dal 1960 al 1962 è direttore presso l'Accademia di Belle Arti. Negli ultimi anni si dedica con passione alla scultura, producendo forme astratte in alabastro, marmo e bronzo. Le sue ultime mostre vengono allestite a Roma presso la Galleria Russo. Muore a Palermo il 5 marzo 1964 per una crisi cardiaca. Pippo Rizzo è stato un vivace organizzatore di molte manifestazioni artistiche e scopritore di giovani talenti. Rizzo è ricordato anche per i celebri ritratti di carabinieri. Nel 1991 gli è stato intitolato il museo civico di Corleone.
- Storia archivistica
- L' Archivio Pippo Rizzo è il frutto di una stratificazione di storie e di generazioni. Inizia il suo percorso all'inizio degli anni Venti del Novecento con lo stesso artista che comincia una raccolta ordinata di documenti che lo riguardano, principalmente materiale a stampa, per infittirsi di fotografie e cataloghi dagli anni Trenta in poi. Alla morte di Rizzo, nel 1964, il testimone della sua conservazione e tutela passa prima alla moglie Maria Carramusa, e poi alle figlie Elica ed Alba, quest'ultima in particolar modo ha proseguito con dedizione un minuzioso lavoro di raccolta, conservazione e divulgazione scientifica di tale materiale. Dal 2013, a seguito della morte delle sorelle Rizzo, gli eredi, Riccardo Gueci, Sergio Amorello e Giulia Gueci, hanno costituito un'associazione culturale, denominata per l'appunto Archivio Pippo Rizzo, con l'obiettivo di perseguire le azioni di ricognizione, raccolta e riordino del fondo archivistico al fine di assicurare una corretta tutela e valorizzazione tanto del nome di Rizzo quanto della sua produzione artistica. In quest'ottica e con l'intento di ampliare e rafforzare le possibilità di approfondimento e ricerca della sua attività, nel 2022 l'Archivio nella sua interezza, fino a quel momento conservato a Palermo in due sedi differenti, è stato riunito e donato alla Galleria Nazionale di Roma, in modo da permettere una conservazione più opportuna e a lungo termine, favorendone inoltre la conoscenza a 360 gradi ai fini di studio e ricerca.
- Modalità di acquisizione
- Il fondo è stato donato il 21 gennaio del 2022 alla Galleria Nazionale da Sergio Amorello e Salvatore Gueci, rispettivamente figli ed eredi di Alba Rizzo Amorello ed Elica Rizzo Gueci figlie di Pippo Rizzo, le quali hanno promosso un'intensa attività di ricerca e studio dei documenti e delle opere dell'artista.. Il fondo è stato donato alla Galleria Nazionale di Roma con atto formale siglato il 2 febbraio 2022 GAN - AMC 04/ 02/ 2022 contratto 4.
- Contenuto
- L'archivio raccoglie i documenti prodotti e conservati da Pippo Rizzo durante la propria vita. In particolare, la documentazione testimonia la carriera artistica, la corrispondenza con amici, artisti e familiari, infatti, è presente un'ingente quantità di corrispondenza tra lui e la moglie Maria Carramusa.
La serie chiamata "Documentazione successiva alla morte dell'artista" riunisce tutta la documentazione prodotta dalla moglie Maria e dalle figlie Elica e Alba, riguardo l'organizzazione di due mostre retrospettive ed una antologica, prestiti e donazioni, altra corrispondenza e vari scritti.
 Tra i documenti più importanti è presente un librone di grandi dimensioni contenente una grande quantità di ritagli stampa di mostre dell'artista ma anche articoli scritti da lui stesso. Il suddetto materiale a stampa è di rilevante importanza per lo studio e l'approfondimento della carriera artistica di Pippo Rizzo. Il volume non versa in buono stato conservativo sia per l'età e sia per la realizzazione eseguita dall'artista legando insieme molti fascicoli, infatti, il dorso e le rilegature sono gravemente danneggiate. Il volume non può essere fisicamente consultato per questo si è proceduto con l'intera digitalizzazione dei documenti presenti all'interno.
- Ordinamento e struttura
- Il fondo è così strutturato: Serie 1. Attività artistica ss. 1. Mostre personali ss. 2. Mostre collettive ss. 3. Mostre retrospettive ss. 4. Incisioni ss. 5. Vendite e riconoscimenti Serie 2. Corrispondenza Serie 3. Scritti ss. 1. Testi su arte e scritti personali ss. 2. Scritti su Pippo Rizzo Serie 4. Materiale a stampa ss. 1. Cataloghi e altre pubblicazioni ss. 2. Altro materiale a stampa ss. 3. Rassegna stampa Serie 5. Documenti successivi alla morte dell'artista ss. 1. Mostre ss. 2. Prestiti e donazioni ss. 3. Corrispondenza ss. 4. Scritti Serie 6. Immagini ss. 1. Fotografie ss. 2. Negativi e diapositive Serie 7. ss. 1. Monografie ss. 2. Periodici ss. 3. Libri d'artista
- Strumenti archivistici
- Inventario a cura di Marianna Ostuni, Roma, 2022-'23.