Corrispondenza di Elisabetta Henraux De Piccolelli a Fernanda e Ugo Ojetti: sette lettere, una cartolina, un biglietto postale, un biglietto e un biglietto da visita (una sola lettera è indririzzata ad Ojetti).
 In una lettera (datata 22 gennaio 1926) scrive delle ore angosciose che trascorre a causa dell'aggravarsi del "male di Lucien" mentre in una (datata 12 aprile 1926) descrive il dolore straziante a seguito della scomparsa dello stesso; in una (datata 8 ottobre 1937) scrive di "Jeanne" (sua sorella) e delle pessime condizioni economiche in cui si trova, e per questa ragione Elisabetta ha pensato di aiutarla a vendere delle opere d'arte di pregio, tra cui "una tela del Furino rappresentante una Venere", "un Gesù Bambino della scuola di Niccolò Pisano", "un quadretto di predella di Masaccio o Pesellino" e un ventaglio del Palizzi. Di seguito elenca le quotazioni di ciascuna opera. In una lettera (datata 30 agosto 1928) elenca i migliori ristoranti di Parigi, su richiesta di Fernanda e racconta di una serata trascorsa in compagnia di alcuni amici.
 In una lettera chiede ad Ojetti di aiutare, con una "lettera di raccomandazione presso i membri influenti del fascio genovese" un suo caro e giovane amico, "pittore d'infinito talento", Valdo Barbey, il quale, "appassionato d'italianità", vorrebbe dipingere nel porto di Genova, ma teme "di avere delle noie con fascisti o carabinieri". Racconta inoltre delle disgrazie di sua sorella, abbandonata dal marito, andato a Tripoli per sfuggire ai creditori.
 Lettere presenti in Barbey Valdo: 5 lettere a Fernanda, 4 senza data,
 l'unica datata 22 marzo 1933, annuncia il suo matrimonio con Valdo Barbey. In una si fa riferimento ad un concerto di beneficenza.
Unità di conservazione
tipo / valore
Cassetta
56
Collocazione
deposito fondi storici
Note
Si segnala che sono presenti altre lettere di Elisabetta De Piccolellis nel fascicolo di Barbey Valdo (serie 1, ua 101, cass. 5). Elisabetta infatti sposa Lucien Henraux nel 1914, rimane vedova nel 1926 e nel 1930 sposa Valdo Barbey.
 Sei lettere, il biglietto e il biglietto da visita sono bordati di nero, a lutto. Una lettera è scritta su carta intestata "Hotel Plaza Rome", una "Rue des Saint Pères VII", una su carta viola, intestata "28 via Gino Capponi".