Antonio Maraini
  • Livello
  • fondo
  • Data
  • 1900 - 19 ottobre 1962
  • Descrizione fisica
  • 307 fascicoli, 238 riviste, 8 album di fotografie condizionati in 158 cartelle
  • Soggetto conservatore
  • Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
  • Soggetto produttore
  • Maraini Antonio
  • Storia istituzionale
  • Antonio Maraini nasce a Roma il 5 aprile 1886 da Enrico, imprenditore originario di Lugano, e da Luisa Arnaldi, ligure. Durante gli anni del liceo frequenta i corsi serali dell'Accademia di Belle Arti, ma la famiglia lo spinge comunque a laurearsi in giurisprudenza. Nella casa paterna, in cui si riuniva un vero e proprio cenacolo culturale, conosce gli artisti G.A. Sartorio, A. De Carolis, G. Prini, A. Zanelli, G. Bargellini, e il compositore A. Gasco. È dalla zia Adelaide Pandiani, scultrice, che si forma durante gli anni giovanili. Frequenta assiduamente soprattutto lo studio di Bargellini attraverso il quale affina la conoscenza del simbolismo e delle secessioni europee, ed è molto vicino anche a Prini che lo ritrarrà nel 1907. Inizialmente si dedica alla pittura, mentre la prima opera scultorea è un Perseo di bronzo (Firenze, coll. Maraini) del 1910, con il quale vince una medaglia d'argento all'Esposizione universale di Bruxelles, e che esporrà alla X Biennale veneziana del 1912. Nel 1910-11 è allievo nello studio di Angelo Zanelli, mentre questi lavora al fregio per l'Altare della patria, lavoro a cui partecipa anche Maraini. Nel 1911 conosce a Roma la scrittrice inglese di origine polacca Yoi Pawlowska Crosse, che ritrae in diverse opere. I due si trasferiscono a Firenze, dove nel 1912 nasce il figlio, Fosco; il 26 marzo 1914 si sposano a Londra, e nel 1917 nasce Grato. Nel 1912 Maraini vince a Cividale del Friuli il concorso per un Monumento all'attrice Adelaide Ristori. Nel 1913 presenta tre opere alla I Mostra della Secessione romana, il Ritratto dell'avvocato Arnaldi, il Ritratto di Adelaide Maraini e il Rilievo dell'Ara Dantis, oggi disperso. In questi primi anni diverse sono le influenze che permeano le sue opere: la lezione di Zanelli (in cui strettamente si intrecciano la tradizione ottocentesca e la più moderna Secessione) è presente assieme all'influenza di Rodin. Maraini guarda anche all'arte preraffaellita mediata dalla raffinata cultura della moglie Yoi. A questi interessi si aggiunge quello per l'opera di Ivan Mestrovic. Nel 1915 diventa redattore capo della sezione artistica della "Tribuna" di Roma; ma lo scoppio della I guerra mondiale e il conseguente coinvolgimento in qualità di ufficiale dell'aeronautica, rallenterà le sue attività. Nell'immediato dopoguerra si intensifica l'amicizia con Ugo Ojetti, rinnova il proprio interesse per P. Cézanne e stima artisti contemporanei che sente affini, come lo scultore Libero Andreotti e il pittore Felice Carena. Durante questi anni cresce anche l'interesse di Maraini per le arti decorative. Nel 1919 realizza il bassorilievo Intimità, nel 1920 il Bacio, nel 1921 il Bimbo svenuto, che illustrano i temi della serenità familiare con un esito decorativo nel quale unisce riferimenti rinascimentali e gusto déco. Del 1920 è il rilievo in pietra Maternità, acquistato dalla Galleria nazionale d'arte moderna nel 1921, in occasione della mostra personale tenutasi a Roma presso la sede dell'A. M. I.(Associazione d'arte moderna italiana), alla cui fondazione partecipa anche Maraini insieme ad artisti come A. De Carolis. Nel 1921 vince il premio della critica della I Biennale romana per gli articoli pubblicati su "La Tribuna". Nel 1922-23 pubblica sulla rivista "La Ronda" alcuni brani da lui tradotti del saggio di Hildebrand Il problema della forma. Nel 1924 viene allestita una sala personale alla XIV Biennale di Venezia, presentata da Lionello Venturi. In questa occasione la Galleria d'arte moderna di Milano acquista il bassorilievo in pietra Intimità, opera del 1919. Nel 1922 avvia l'importante collaborazione, destinata a durare nel tempo, con l'architetto Marcello Piacentini, iniziata con le Tre statue allegoriche per il nuovo teatro Savoia di Firenze (poi cinema Odeon), costruito dallo stesso Piacentini. Nel 1923 presenta la sezione toscana alla I Mostra di arte decorativa di Monza. Del 1925 è la statua S. Cecilia (Firenze, coll. Maraini), aggraziata figura ancora memore dell'ammirazione per Jacopo della Quercia che si intreccia con il linearismo déco (della statua una versione in bronzo sarà presentata alla Biennale di Venezia del 1930). Nel 1926, coinvolto dall'amico De Carolis, esegue i bassorilievi destinati alla tomba di Giacomo Puccini a Torre del Lago. Dello stesso anno è la Via Crucis per il duomo di Rodi. Tra il 1924 e il 1928 si avvicina al gruppo del Novecento di Margherita Sarfatti. Ad un'iniziale ostilità agli assunti programmatici della Sarfatti e alla volontà del Gruppo del Novecento di mettere in competizione il movimento degli artisti fiorentini a quelli milanesi, le assonanze spirituali con pittori quali Felice Casorati e Mario Sironi supereranno tale polemica, e Maraini parteciperà alla I Mostra del Novecento italiano del 1926 con tre stazioni della Via Crucis, sostenendo il ritorno alla classicità propugnato dagli artisti di "Novecento". Le affinità classiciste lo mettono in relazione con Gio Ponti, con il quale dalla metà degli anni Venti collabora pubblicando articoli e fotografie relativi all'arredamento, ad arredi e suppellettili (disegnati insieme alla moglie Yoi), sulle pagine di "Domus" di cui Ponti è direttore. Altra importante amicizia intellettuale e consonanza di idee è quella con lo scrittore e filosofo inglese Aldous Huxley, che soggiorna a Firenze negli anni 1923-30 e che Maraini conosce anche grazie alla moglie Yoi. Testimonianza di tale reciproca stima è la Medaglia di Aldous Huxley che Maraini presenta alla Biennale di Venezia del 1928. Circa dalla metà degli anni Venti si trasferisce con la famiglia in una casa con ampio giardino nella periferia di Firenze. L'abitazione, detta Torre di sopra, viene ristrutturata, arredata e il parco ornato con opere di Maraini. Nel 1927 pubblica a Firenze Goya incisore; nel 1929 Margherita Sarfatti gli propone di scrivere un saggio sulla scultura del Novecento da pubblicarsi con l'editore Cremonese di Milano. Il progetto non andrà in porto ma il testo è redatto, probabilmente nel 1930, corredato di numerose illustrazioni e verrà pubblicato postumo nel 1986 (Bardazzi, 1986). Tra il 1929 e il 1930 realizza il S. Giorgio in travertino, opera di ispirazione michelangiolesca che assieme al S. Giovanni decora il frontale della galleria Vittorio Emanuele III di Genova. Tra le opere di grande rilevanza di questi anni vi è la porta bronzea per la basilica romana di S. Paolo fuori le Mura, per la quale vince un concorso nel 1929 e i cui battenti vengono fusi nel 1931 dalla fonderia di Mario Nelli a Firenze. Gli anni Trenta vedono comunque un mutamento sempre più profondo nell'attività di Maraini. Dall'ottobre 1927 fino al 1942 è segretario generale della Biennale di Venezia; ha inoltre incarichi sempre più importanti nel Sindacato Nazionale delle Belle Arti (dal 1926 è segretario del Sindacato regionale toscano delle Arti del disegno e dal 1932 commissario del Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti). L'attività organizzativa si intreccia sempre più fittamente a quella di critico d'arte e di artista. Nel 1930 è nominato Professore residente per la sezione di Scultura dal Collegio dei Professori della R. Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Durante gli anni Trenta e Quaranta la scultura di Maraini si pone al servizio di un'integrazione delle arti, collaborando a grandi opere pubbliche commissionate dal governo con artisti che elaborano l'iconografia del regime. Nel 1930 esegue il fregio per il palazzo della Società Montecatini di Milano. In questi anni si fa più stretta la collaborazione con Piacentini. Per l'edificio milanese della Cassa delle Assicurazioni Sociali nel 1930 orna il portale con bassorilievi allegorici. Sempre con Piacentini collabora nell'ampio intervento urbanistico per piazza della Vittoria a Brescia (1932), in cui inserisce il suo severo Arengario. Per il palazzo delle Corporazioni di Roma, costruito da M. Piacentini e G. Vaccari, esegue nel 1932 un Balcone in marmo rosa, suddiviso in formelle rettangolari contrassegnate dalle figurazioni che illustrano le diverse corporazioni. Nel 1938 riceve ancora un incarico per un edificio pubblico: il bassorilievo con figure allegoriche per il palazzo di Giustizia di Milano. Del 1932 sono i fregi di ispirazione classica, in bronzo, che ornano la monumentale scala a doppia elica dell'atrio dei Musei Vaticani, atrio nel quale trovano posto anche alcuni suoi bassorilievi. Nel 1934 esegue il Monumento ai caduti per la città di Prato, nella piazza antistante la chiesa di S. Maria del Calcinaio. Nel 1936 partecipa al VI Convegno Volta, organizzato dalla classe delle Arti e dedicato ai "Rapporti dell'architettura con le arti figurative". In questi anni Maraini si occupa inoltre della sua attività di organizzatore. In qualità di segretario della Biennale di Venezia e di commissario del Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti organizza diverse esposizioni d'arte all'estero con lo scopo di esaltare l'arte italiana. Per la Biennale istituisce l'Archivio storico dell'arte contemporanea e apre la sezione della Mostra cinematografica. Collabora anche in qualità di critico d'arte, oltre che con "La Tribuna", con numerose riviste tra le quali "Domus", "Dedalo", "L'Illustrazione italiana", "The Studio". Dal 1934 è deputato e dal 1939 consigliere nazionale. Tra le numerose sue sculture di carattere funerario vi sono il cippo marmoreo di Agnes Flint, nel cimitero di Firenze eseguito entro il 1928, e La Pietà della tomba De Sanctis (1935) per il cimitero Monumentale di Milano. Gli anni della guerra e dell'immediato dopoguerra portano a un deciso ripiegamento di Maraini, che si ritira nella casa fiorentina di Torre di sopra, dedicandosi soprattutto al riordino dei propri documenti, tuttavia nel 1951 viene eletto presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Muore a Firenze il 23 maggio 1963.
  • Storia archivistica
  • Al momento dell'acquisizione il fondo era conservato nell'abitazione del figlio Grato in uno scaffale di m2x3, in cartelle di cartone pesante (35x25x5), corredate di alette e dorso in tela con impressione relativa al contenuto. La collezione consiste in lettere autografe, manoscritti, recensioni ed articoli, appunti per conferenze e discorsi, relazioni, elenchi con nominativi e indirizzi di artisti, planimetrie di padiglioni e sale espositive, libri, riviste, ritagli stampa, fotografie, alcuni disegni, schizzi e altre tipologie documentarie. La documentazione è stata organizzata da Maraini per eventi. L'indice analitico dei fascicoli a cura degli eredi è consultabile in sede, la schedatura informatizzata è stata completata per i livelli più alti, mentre per l'indicizzazione dei singoli documenti è in corso d'opera. E' stata mantenuta l'organizzazione voluta da Maraini e si è proceduto alla lettura e risistemazione del Fondo nella sua interezza. Si è scelto di procedere all'indicizzazione del singolo documento e per tale motivo la schedatura informatizzata è stata completata per le sezioni "Come artista" e "Come critico", mentre per le sezioni successive essa è in corso d'opera. L'attuale suddivisione ha previsto un'ulteriore fascicolazione, le cartelle sono aumentate di due unità, esse attualmente sono 158. Si è scelto di suddividere il Fondo in nove sezioni: "Come artista", "Come critico", "Come organizzatore", "Partecipazione a giurie, commissioni e convegni", "Polemiche d'arte", "Corrispondenza", "Commissione valutativa sui profitti di regime", "R. Accademia delle Arti del Disegno di Firenze" e "Varie". Tale ordinamento, soprattutto per le prime tre sezioni, privilegia i ruoli svolti da Maraini "Come artista, come critico e come organizzatore", secondo quanto riportato da Maraini stesso nel curriculum vitae pubblicato su "L'Adula" del 28 agosto 1932 (come da Oggetto Associato), conservato nella sezione 1 "Come artista", serie 1 "Carriera artistica: lo scultore", Unità Archivistica 1 "Tappe carriera artistica", sottofascicolo 10 "1932".
  • Modalità di acquisizione
  • Il fondo Antonio Maraini è stato acquisito nel 1990 direttamente dai figli Grato e Fosco (inv n. 8933) per il valore di L. 30.000.000
  • Contenuto
  • Le cartelle contengono un numero variabile di fascicoli contenenti lettere autografe, manoscritti di recensioni e articoli, appunti per conferenze e discorsi, relazioni, elenchi con nominativi e indirizzi di artisti, planimetrie di padiglioni e sale espositive di opere d'arte e di allestimenti, libri, riviste, ritagli stampa, estratti, fotografie, inviti, ricevute, telegrammi, cartoline, note spese.
    La documentazione riguarda la carriera artistica di Maraini, quella di critico d'arte, la sua partecipazione a commissioni, giurie e convegni, tra cui il Convegno Volta, la sua carriera di organizzatore con il Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti, di cui è commissario dal 1932, e con la Biennale di Venezia, di cui è segretario dal 1927. Il Fondo contiene inoltre una vasta documentazione riguardante le mostre d'arte straniera in Italia e le mostre d'arte all'estero organizzate da Maraini insieme ad altre personalità. Si conserva infine una vasta corrispondenza, oltre che la documentazione riguardante la Commissione valutativa sui profitti di regime, al cui giudizio Maraini è sottoposto nel 1945, e l'elezione nel dopoguerra a presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.
  • Ordinamento e struttura
  • Il fondo era giunto diviso in cartelle con impressione e numerazione a matita. Quando si è deciso di riorganizzarlo è stata ritrovata una nuova numerazione (realizzata con carta e scotch), che è stata rimossa poiché non confacente al criterio da noi utilizzato. Si è proceduto quindi ad una nuova numerazione attraverso l'apposizione di etichette. L'organizzazione attuale comprende un totale di 9 sezioni, 9 serie, 11 sottoserie. All'interno di ogni singola Unità Archivistica (UA) i sottofascicoli e gli inserti sono per la maggior parte dei casi sistemati per ordine cronologico. Laddove l'area dedicata alla descrizione del contenuto non sia stata sufficiente in termini di spazio, questa continua in un documento associato (Oggetti Associati) o nell'area "Note" nel caso in cui lo spazio a disposizione sia stato adeguato. La schedatura è completa per la sezione 1 "Come artista" e per la sezione 2 "Come critico" (descrizione del singolo documento; conteggio documenti e carte; estremi cronologici e note alla data, descrizione contenuto, allegati, sottounità, antroponimi, toponimi, enti, note, stato di conservazione); per la sezione "Come organizzatore", serie 1 "Sindacato Nazionale delle Belle Arti" e per la serie 2 "Segreteria Biennale di Venezia", la schedatura è completa parzialmente poiché il conteggio delle carte è stato effettuato solo per alcune Unità Archivistiche. Per le altre serie della sezione "Come organizzatore" e per le successive sezioni la schedatura è incompleta (si rimanda alle singole Schede di livello). Nelle sezioni e serie in cui è stato completata l'indicizzazione dei singoli documenti, la descrizione del contenuto di ogni documento è stata riportata soltanto dove ritenuta di particolare interesse.
  • Strumenti archivistici
  • Indice cartaceo con cui il fondo è stato acquisito. Prima schedatura informatizzata (sw GEA) a cura di Diana Di Berardino, Maria Carmela De Marino. Schedatura a livello di Unità Documentaria a cura di Rosalba Cilione. Successive modifiche a cura di Clementina Conte. Controllo dei dati e pubblicazione sul WEB a cura di Claudia Palma. Prima pubblicazione sul WEB anno 2004.
  • Bibliografia
  • - Antonio Fosco e Grato Maraini. Memorie di una famiglia: Firenze, 18 marzo 2008 / Pandolfini casa d'aste, Firenze, Pandolfini, 2008 - Antonio Maraini, in Pirovano, Carlo, Scultura italiana del Novecento, Milano, Electa, 1991, pp. 104-111 - Antonio Maraini 1900-1940. Sculture e disegni, catalogo della mostra a cura di Luisa Laureati e Giovanni Pratesi, Milano, Trilogy, 1988 - Antonio Maraini a Brescia. I modelli in gesso e i disegni per l'arengario di Piazza della Vittoria, catalogo della mostra (Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore, 6 febbraio - 1 marzo 1997), a cura di Luciano Caramel, Brescia, Eredi F. Salami, 1997 - Bardazzi, Francesca, Antonio Maraini e Aldous Huxley: due intellettuali nella Firenze del Ventennio, in "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia", 3 ser., 4, 1983, pp. 1139, 1150 - Bardazzi, Francesca, Antonio Maraini scultore, Firenze, SPES, 1984 - Bardazzi, Francesca, Antonio Maraini nella Milano fra le due guerre: le sculture per il palazzo della Società Montecatini, in Tra controriforma e Novecento : saggi per Giovanni Pratesi, a cura di Giovanni Pagliarulo e Riccardo Spinelli, Signa (Firenze), Nova Arti Grafiche, 2009, pp. 233-242 - Cilione, Rosalba, Corrado Cagli e Antonio Maraini: una ricerca nel fondo storico della Galleria nazionale d'arte moderna, in Jolanda Nigro Covre - Rosalba Cilione, Gli artisti e l'ebraismo tra Italia e Francia intorno al 1930, in La percezione dell'Ebraismo in altre culture e nelle arti, in "Quaderni di Vicino Oriente", VI, Roma, Sapienza, 2013, pp. 90-98, scaricabile on-line http://www.lasapienzatojericho.it/SitoRivista/Journal/QuaderniVO.ph - De Sabbata, Massimo, Tra diplomazia e arte: le Biennali di Antonio Maraini (1928-1942), Udine, Forum, 2006 - L'Andata al Calvario secondo Antonio Maraini, catalogo della mostra (Figline Valdarno, ex oratorio dell'ospedale Serristori, 16 aprile - 12 giugno 2011), a cura di Francesca Bardazzi, Signa, Nova Arti Grafiche, 2011 - Libero Andreotti, Antonio Maraini, Romano Dazzi: gli anni di Dedalo, catalogo della mostra (Roma, Galleria Antonacci, 14 maggio - 26 giugno 2009), a cura di Francesca Antonacci e Giovanna Caterina de Feo, Roma, Francesca Antonacci ed., 2009 - Maraini, Antonio, Scultori d'oggi, a cura di Francesca Bardazzi, Firenze, SPES, 1986