"*Severini Gino (pittore)"
  • Livello
  • unità archivistica
  • Numero definitivo
  • 1738
  • Data
  • 02 febbraio 1923 - 06 settembre 1936
  • Soggetto produttore
  • Ojetti Ugo
  • Consistenza
  • docc.: 8
  • Descrizione
  • lettere, busta da lettere
  • Contenuto
  • Corrispondenza di cui quattro lettere da Parigi, una da Nanterre, una da Venezia e una da Roma, riguardo articoli e commenti sull'arte: nella prima, datata Nanterre 2 febbraio 1923, Severini scrive: "Ricevei a suo tempo le fotografie di qualche opera esposta alla Mostra del 600, per un articolo che desideravo fare a Parigi, e del quale il mio amico Ardengo Soffici credo che Le parlò. La ringrazio infinitamente della Sua cortesia, e le rimando le fotografie perché l'articolo non potei più farlo. Infatti quando dalla Savoia tornai a Parigi, alla rivista "L'amour de l'art", a cui destinavo l'articolo, mi dissero che si erano già indirizzati a Lei, e che Lei aveva designato una persona competente. Il mio scopo, facendo questo articolo, era di mettere in contrasto il nostro 600 e 700, così poco conosciuto, col 700 e 800 francese, che è ritenuto da molti come una specie di rinascimento pittorico in Francia, ed anche come la base del'arte moderna [...]. Così invece di parlare dell'arte del 600, feci un'articolo sulla "tecnica dell'affresco", e mi faccio un dovere di inviarle il numero della stessa rivista dove esso è uscito."; nella seconda datata Parigi 17 dicembre 1931, fa cenno al suo giovane amico Dino Garrone che ha voluto assistere e "di cui avrà saputo la morte"; nelle due lettere successive sempre da Parigi di gennaio e febbraio 1932, fa riferimento ai suoi lavori di decorazione delle chiese svizzere e al suo accordo con Jean Casson "per l'articolo che Ella mi domandò. Casson è uno dei critici più stimabili sotto ogni rapporto, e sono certo che farà sulla mia opera uno studio molto serio e degno della bella rivista a cui è destinato." (l'articolo uscirà su Dedalo nel numero di novembre 1932 e ne parla nella lettera da Venezia del 18 aprile 1933); nella lettera datata Parigi 24 febbraio 1933, lo ringrazia per quello che ha scritto sulle sue opere esposte a Venezia "ne ebbi conoscenza molto tardi , essendo in Svizzera, per un lavoro di decorazione" e accenna "una serie di gravi malattie si abbattè sulla mia famiglia" e gli chiede un aiuto avendo saputo "che l'Accademia d'Italia si accinge a distribuire qualche premio"; nell'ultima lettera chiede a Ojetti un'informazione per l'editore di Parigi Povolozky che ricerca il numero di Dedalo su cui era uscito "uno studio critico su Archumbeldo (?) pittore italiano, dice lui, del XVI secolo." (probabilmente si tratta di Arcimboldo).
  • Unità di conservazione
    • tipo / valore Cassetta 69 ins. 3
    • Collocazione deposito fondi storici