Domenico Trentacoste
  • Livello
  • subfondo
  • Data
  • [1890] - [1935]
  • Descrizione fisica
  • 15 cassette
  • Soggetto produttore
  • Trentacoste Domenico
    Gobba Ojetti Fernanda
  • Storia istituzionale
  • Domenico Trentacoste nasce a Palermo il 20 settembre 1859 da una famiglia baronale decaduta. La madre Giovanna Lo Cascio, casalinga e il padre Salvatore, di mestiere fabbro, si erano trasferiti da Marineo nel capoluogo subito dopo sposati. Fin dagli anni infantili dimostra una predilezione spiccata per l'arte plastica. Le prime esperienze sulla tecnica scultorea le acquisisce a Palermo all'età di sette anni, nel laboratorio di Benedetto De Lisi il vecchio. A dodici anni comincia a lavorare nello studio in via Alloro di Domenico Costantino. Dopo un breve soggiorno a Napoli nel 1878, si trasferisce a Firenze per completare gli studi, qui si innamora dei Quattrocentisti, di Michelangelo e in particolare di Donatello. Entra in contatto con il realismo dalla Scapigliatura e dei Macchiaioli. Nel 1880 è ancora a Palermo dove, per l'arco di trionfo apprestato per la visita del re Umberto I, plasma in gesso una grande Minerva seduta; coi soldi guadagnati, parte per Parigi; qui stringe amicizia con lo scultore Antonio Giovanni Lanzirotti; l'anno successivo nel 1881 espone una testa di vecchia in gesso nel Salon annuale. A Parigi esegue anche una serie di sculture a soggetto idillico, mitologico e a destinazione decorativa. E' però soltanto di lì a qualche anno, cioè nel 1887, con la Pia dei Tolomei, e nel 1889 con la Cecilia, che egli rivela appieno l'originalità vigorosa della sua arte e viene consacrato scultore di forme leggiadre, di attitudine classica, allo stesso tempo capace di rivelare l'espressione psicologica. Nel 1891 è chiamato a Londra dal pittore Edwin Long ed espone Cecilia alla Accademy, dove ottiene un vivo successo di pubblico. Dopo quindici anni laboriosamente trascorsi a Parigi, con frequenti viaggi a Londra, nel 1895 rientra in Italia dove egli, che pure aveva saputo farsi stimare tanto in Francia quanto in Inghilterra, è addirittura un ignoto. Si stabilisce a Firenze. Partecipa alla prima delle Esposizioni di Venezia con Ofelia, che aveva già presentato con successo a Parigi nel 1893 e a Vienna nel 1894, e con una figura in marmo, grande al vero, intitolata Derelitta per la quale riceve il grande premio di scultura. L'anno successivo partecipa all'Esposizione internazionale di Firenze, ancora con Ofelia; e all'Esposizione di Torino con due bellissimi busti di marmo Alla fonte e Pia dei Tolomei . Alla III Esposizione Triennale di Brera del 1897, mostra un gesso per monumento e ripropone Ofelia.. Due anni più tardi alla III Biennale di Venezia espone due marmi La figlia di Niobe e Ritratto; nel 1901 è membro di giuria della Biennale veneziana dove figura con i bronzi Ritratto, Testa di vecchio, Il ciccaiuolo, e i marmi Bustino di bimba e L'anfora nfranta.. Nel 1903 alla stessa rassegna invia i bronzi Caino, Seminatore, Pompeo Molmenti e la targhetta in gesso dedicata all'attrice Emma Gramatica. Per lunghi anni insegna all'Accademia di Belle Arti di Firenze diventandone anche Presidente. Nel 1904 aderisce all'Associazione Arte Toscana. Dal 1908 è membro della Commissione comunale di belle arti di Firenze. Nel 1909 espone alla Società Leonardo da Vinci di Firenze. Nel 1910 partecipa alla Biennale di Venezia con i marmi Sorriso infantile, Madre con bambino e Nudo di donna e il bronzo Testa.. Nel 1911 esegue Per grazia di Dio, e Per volontà della Nazione. Nell'anno successivo con il marmo Cristo morto è nuovamente alla Biennale di Venezia, dove apparirà per l'ultima volta nel 1922 col bronzo Il Vescovo Geremia Bonomelli . A marzo del 1920 tiene una mostra personale alla Galleria Pesaro di Milano; due anni più tardi partecipa alla Fiorentina Primaverile e nel 1925 partecipa alla II Biennale di Monza. Un anno prima della scomparsa è nominato Accademico d'Italia. Domenico Trentacoste muore il 18 marzo 1933 a Firenze.
  • Storia archivistica
  • L'archivio di Domenico Trentacoste è stato acquistato con il fondo Ojetti dalla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea il 15 dicembre 1973. La documentazione prodotta dallo scultore è stata ordinata ed organizzata dalla moglie del critico, Fernanda Gobba Ojetti, nominata nel testamento di Trentacoste, che noi conserviamo, erede fiduciaria dello scultore. Il fondo conserva insieme a documentazione varia e personale, a molte fotografie e materiale stampa, una raccolta di lettere di vari artisti. Un intervento successivo (forse della stessa Fernanda o della figlia Paola) ha disperso queste lettere nei fascicoli relativi agli stessi corrispondenti del fondo Ojetti, complicandone così la separazione e rendendo necessario un lavoro di reperimento ed estrazione della documentazione stessa che potrà essere completato solo di pari passo col completamento della schedatura del fondo Ojetti.
  • Contenuto
  • Il fondo conserva una raccolta di lettere di vari artisti, opuscoli e ritagli stampa, documentazione personale, molte fotografie sia familiari che di opere. Inoltre raccoglie anche documentazione varia sistemata e prodotta da Fernanda Ojetti, erede fiduciaria dello scultore.
  • Ordinamento e struttura
  • La documentazione è stata suddivisa in 5 serie: serie 1: Corrispondenti serie 2: Materiali a stampa serie 3: Immagini serie 4: Documentazione personale serie 5: Documentazione raccolta e prodotta da Fernanda Ojetti, erede fiduciaria di Domenico Trentacoste
  • Strumenti archivistici
  • Schedatura informatizzata (sw Gea) a cura di Clementina Conte ancora in corso.
  • Bibliografia
  • Mostra individuale di Domenico Trentacoste, Milano, Galleria Pesaro, 1920; Ugo Ojetti, Domenico Trentacoste, Roma, La Nuova Antologia, 1940; www.galleriaroma.it; www.comune.marineo.pa.it; www.giuseppealbano.it