Nel carteggio non è presente nessuno scritto del pittore; la figlia Ginetta scrive per la prima volta ad Ojetti nell'aprile del 1912, senza conoscerlo direttamente, diversi anni dopo la morte del padre. Dopo le parole di Domenico Trentacoste che afferma la rinascita dell'arte italiana alla X Biennale di Venezia del 1912, Ginetta afferma di aspettare l'articolo di Ojetti (molto probabilmente sul "Corriere") per conoscerne l'opinione.
 La figlia del pittore spera che, parlando di Tranquillo Cremona, il critico si ricordi anche dei suoi compagni, e specialmente di suo padre che era uno suo grande amico e non, come erroneamente si riteneva, suo allievo. Alcune cartoline ed un biglietto vengono spedite invece da Matilde Gignous, moglie del pittore e madre di Ginetta, circa quindici anni dopo. La signora comunica di ad Ojetti di avergli spedito una fotogarfia del quadro "Al Mofferone", per gentile concessione del direttore della Galleria d'arte moderna di Milano; coglie anche l'occasione per ringraziare il critico per il suo interessamento.