Giulio Aristide Sartorio a Pietro Giorgi
- Livello
- unità documentaria
- Numero definitivo
- 26
- Tipologia
- lettera
- Data
- [ottobre][1884]
- Autore
- Sartorio Giulio Aristide
- Firma
- G. A Sartorio
- Destinatario persona
- Giorgi Pietro
- Consistenza
- cc.: 1 , pagg.: 4
- Descrizione
- Lettera manoscritta di un foglio su 4 facciate di 13,50x21 su carta color avorio. 1, 2, 3 4 facciata inchiostro nero.
- Stato di conservazione
- discreto
- Contenuto
- Ha avuto un'accesa discussione con il conte. Chiede a Giorgi di poterlo tutelare nella causa una volta che il Conte sarà tornato a Roma.
- Lingua
- Italiana
- Note
- Trascrizione
 1° facciata
 Caro Giorgi / Questa mattina è avvenuta la discussione / col conte che ho accennata nelle lettere ed è stata abbastanza viva per non dire esaltata. / Forse se avessi insistito avrei / ottenuto che la cosa si risolvesse / seduta stante, ma siccome / desiderava d'evitare una conclusione / alla quale si sarebbe venuti mediante / un giurì ho pregato di desistere / fino al suo ritorno in Roma / credendo che nessuno meglio che / lei avrebbe potuto tutelarmi in / quest'altra vertenza. Non / starò a narrargli l'intiera discussione / poco lusinghiera per parte del / conte, il quale ove non posso / convincere nega mentisce e / svisa le cose più chiare / in un modo poco corretto / cosa che mi lascia con /
 2° facciata
 sentita espressione di disgusto. / E ne rimango rattristato seriamente / tanto che avrei pagato io, mille / e duemila lire perché non avvenisse / e mi demando quasi con rimprovero / se era inevitabile. Eppure evitarlo / era impossibile. E' una fatalità / sarà magari la pena di una colpa (?) / commessa in questa faccenda, magari / d'essere stato troppo largo troppo / corrente avanti, troppo puntiglioso / e corrivo, appresso; Ma potevo evitare tutto ciò? Nò, pure, / che negassi il carattere che Dio mi ha dato /
 3° facciata
 Accetterò quanto sarà per venire farò / fronte alle nuove eventualità visto / di non avere a rivolgermi rimprovero, / anche dove mi sia fatto trasportare / dall'impetuosità. / Quante volte si parla leggermente / di uomini che s'accusano di mancanza / di fede, ma ora capisco l'enorme / ingiustizia di quel giudizio! / C'è una mancanza in noi stessi / a cui troppo difficile riparare e / che può precipitarci e renderci / inattivi come coloro ai quali la / natura ha negato un braccio una / mano e che devono subire / il supplizio dell'impotenza di / quale facoltà che Dio ha distribuito / agli altri. /
 4°facciata
 E dico questo perché questo lavoro per / me è stata la tappa fatale / che mi ha gettato in una posizione / così triste nella quale tutto / cio che faccio è male anche se / giusto, e lavoro condotto è stato / per essere una rovina alla quale avrei cooperato con tutte / le forze per non far male e condurmi / bene. Che risultato scoraggiante! / Giorgi mi perdoni il triste / ufficio che vado a chiedergli, / e questa lettera che gli faccio / subire ma non saprei ad altri / fuori che a lei, che fa tanta parte / per me delle sue gioie: fare / una parte della mia / tristezza. Ricambio male ma / è pur vero che adesso non saprei / offrirgli il meglio. Suo affettuoso / G. A Sartorio
- Luoghi
- Roma
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