"Dallolio Elsa (figlia del generale Alfredo)"
  • Livello
  • unità archivistica
  • Numero definitivo
  • 893
  • Data
  • 26 febbraio 1915 - 28 luglio 1963
  • Soggetto produttore
  • Ojetti Ugo
  • Consistenza
  • docc.: 543
  • Descrizione
  • lettere, cartoline, cartoline postali, biglietti, biglietto postale, telegramma
  • Contenuto
  • Corrispondenza di Elsa Dallolio a Fernanda e Ugo Ojetti: trecentosessantasette lettere, centoventitré cartoline, quarantadue cartoline postali, otto biglietti, un biglietto postale, un telegramma (di cui solo 24 lettere ad Ojetti, le restanti e tutti gli altri documenti sono indirizzati a Fernanda).
     Numerose lettere fanno riferimento ad argomenti personali, ad amicizie comuni, come Teresa Benzoni e all'associazione di cui si occupa. Altro argomento ricorrente sono le vicende politiche italiane, dall'operato di Giolitti al fascismo, alla questione meridionale", all'attività di volontariato, presso diverse associazioni e presso la Croce Rossa soprattutto durante le due guerre.
     In una delle lettere indirizzate a Fernanda (datata 21 maggio 1915) Elsa scrive di essere stata al Senato, in cui, grazie ad un "appello nominale" si è ottenuta "l'unanimità" che "purtroppo non si è avuta alla Camera"; più avanti spiega che molto probabilmente "si lavorerà nel mezzogiorno", dove forse dovrà recarsi personalmente. In una lettera (datata 15 maggio 1916) racconta di dover fare visita al padre, Alfredo Dallolio, stanco per la "avvilente e meschina lotta contro ai vigliacchi di dentro, solo contro tutti", crede che la sua presenza possa fargli del bene, perché con lei ascolta e parla come un amico, e la stima come tale.
     Numerose lettere (scritte tra il 1916 e 1918) hanno per argomento la guerra; in una (datata 13 settembre 1916) fa riferimento alla guerra e al giorno in cui finita quella si dovrà riassestare il Paese; in una lettera (datata 25 settembre 1919) spiega di essere favorevole all'impresa fiumana ma non a D'Annunzio, perché non è stato solo lui, come vorrebbe dare a vedere, a provocare l'impresa; in una lettera (datata 31 ottobre 1922) racconta in modo piuttosto dettagliato la marcia su Roma, in alcune lettere successive descrive l'impressione che riceve da Mussolini e dal fascismo; in una (datata 3 novembre 1922) scrive che Mussolini ha fatto delle buone cose, appena salito al potere, ma esse avrebbero maggiore valore se avesse operato nella legalità; in una (datata 18 novembre) parla a Fernanda dello scultore sardo, Francesco Ciusa.
     In una delle lettere scritte ad Ojetti (datata 12 giugno 1917) Elsa racconta di trovarsi a Roma, dove deve guardarsi le spalle dalle numerose insidie; in una (datata 3 gennaio 1918) fa riferimento alla pubblicazione di un volume "sulla mobilitazione industriale", per il quale ha ottenuto il consenso, da parte del Ministero, di utilizzare del materiale fotografico; racconta di aprire il giornale con terrore, ogni sera, a causa della minaccia di bombardamento che grava su Padova, che verrà ridotta in macerie se non verranno rimossi, da lì e dalle altre città, gli "alti comandi". In una lettera (datata 6 gennaio 1918) chiede ad Ojetti di aiutarla ad ottenere la firma di D'Annunzio "per la difesa di Venezia". In alcune lettere indirizzate ad Ojetti, che fanno riferimento ad argomenti legati alla letteratura, si fa il nome della scrittrice d'arte Eva Tea.
     Alcune lettere sono scritte da Roma, Sorrento, Bologna e Cagliari.
  • Unità di conservazione
    • tipo / valore Cassetta 33
    • Collocazione deposito fondi storici
    • Note Dodici lettere sono scritte: una a matita, su carta intestata "Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia - Ente morale"; quattro lettere sono scritte su carta intestata "Unione per l'assistenza ai malarici in Sardegna", otto "Santa Fortuna"; quindici lettere "Palazzo Taverna. Monte Giordano. Roma", una "La Ruffola. Sorrento"; una "Senato del Regno"; un biglietto e una lettera sono scritti su carta intestata "Presidente della Croce Rossa Italiana"; due "La Foce Chianciano (Siena)"; due "Gli Scalfari. Lerici".
       Venti lettere sono scritte su carta celeste, cinque delle quali sono intestate "Villa Gregorini Casalecchio di Reno (Prov. Bologna)", nove sono scritte su carta grigio chiaro, una su carta rosa; tre sono bordate di nero, a lutto; sei lettere sono dattiloscritte. Le cartoline hanno per soggetto opere d'arte e vedute di città; 24 lettere e 5 cartoline sono senza data.
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