Giulio Aristide Sartorio a Pietro Giorgi
  • Livello
  • unità documentaria
  • Numero definitivo
  • 22
  • Tipologia
  • lettera
  • Data
  • [1884]
  • Autore
  • Sartorio Giulio Aristide
  • Firma
  • G. A sartorio
  • Destinatario persona
  • Giorgi Pietro
  • Consistenza
  • cc.: 1 , pagg.: 3
  • Descrizione
  • Lettera manoscritta di un foglio su 4 facciate di 27x20 su carta color avorio. 1 facciata inchiostro nero con uno schizzo (17x12); 2 facciata inchiostro nero.
  • Stato di conservazione
  • discreto
  • Contenuto
  • Descrive a Giorgi la decorazione di una sala in rosa, probabilmente del villino Gamberini, facendogli uno schizzo. Dice che è passato più volte il Conte e gli ha lasciato le disposizioni per le decorazioni della sale della conversazione. Ha con lui un nuovo aiutante. Gli appare come in sogno la visione di un paesaggio che vorrebbe rappresentare.
  • Lingua
  • Italiana
  • Note
  • Trascrizione
     1° facciata
     Caro Giorgi / Ecco passato il secondo giorno e se andasse sempre così / andrebbe a meraviglia e finirei subito. Ma temo che / l'asso duro venga dopo. / Questo qui unito / è il chiaruscuro rosa che ho fatto oggi in rosa (non finito più) / E' un costume Louis XX e per farla essere meglio coquet / ci ho messo vicino le coq che sarebbe quella bestiaccia che / gli sta vicina dritta su quelle foglie di platano / s'intende. / Il colore rosa è di un bel decorativo e fa assumere carattere / all'intera sala. / Questa mattina è venuto il conte e si è trattenuto sul / ponte dove un po' è rimasto quieto poi ha cominciato / a discorrere. Un'ora dopo è tornato ed ha ricominciato / nuovamente. M'è parso che avesse una gran smania di / chiacchierare. Dopo pranzo terza visita dove ha cominciato / a discutere senza ritegno. Ha voluto che vedessi alcune /
     2° facciata
     disposizioni che lasciava per la sala di conversazioni, / m'ha detto che partiva questa sera e con molto bel garbo / (primo lui) mi ha steso la mano. / Ma cosa che qui mi da sui nervi terribilmente è il / linguaggio ed il grido dei manuali che sono una manica / di canaglie. Mi tengono al corrente di tutte le canzonacce / in voga fra loro e dove le sentimentalità di Rotoli / e Tosti non hanno niente che vedere, quantunque / qualcuno spinga i suoi desideri fino a voler / baciare i capelli neri. / Ho con me un nuovo ragazzo che un bel figliuolo / e d'una buon'indole. Sono il suo professore perché / sta lì a disegnare come puo ed è per me una / gradevole distrazione. / Tutto sommato pure qui non starei male / se in mezzo a tutto questo non mi sorridesse / con un sogno quella certa collina che s'alza sur un paesaggio / quieto e sereno dalle fughe lontane d'orizzonti / azzurrini che quando non illuminati dal sole / hanno una malinconia profondamente arominosa / Ad un innamorato senza amante si disegnano nella / mente forme di donna divinamente splendide, / a me artista senza nota né forma i più belli ideali / le più belle forme dell'arte. Lasciamo un / po' fare G.A. Sartorio.
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