Giulio Aristide Sartorio a Pietro Giorgi
  • Livello
  • unità documentaria
  • Numero definitivo
  • 5
  • Tipologia
  • lettera
  • Data topica
  • Parigi
  • Data
  • aprile 1884
  • Autore
  • Sartorio Giulio Aristide
  • Destinatario persona
  • Giorgi Pietro
  • Consistenza
  • cc.: 1 , pagg.: 4
  • Descrizione
  • Lettera manoscritta di 1 foglio su quattro facciate di 27x20,9 su carta vergata avorio con inchiostro nero.
     1°, 2°, 3° ,4° facciata: inchiostro nero.
  • Stato di conservazione
  • discreto
  • Contenuto
  • Lunedì ha visitato il Museo di Cluny, martedì il Museo di Versailles.
  • Lingua
  • italiano
  • Note
  • Trascrizione:
    Lunedì / M'ero scordato completamente di Roma / e degli amici…. Passando nel Boulevard / c'è un organetto che suona… e suona / la contadina. Rivedo tutto lo / studio e quasi un'impressione di / tristezza mi assale pensando che / forse Giorgi non lo frequenta, e / che la polvere si va accumulando / sulle tavolozze sui pennelli sporchi, / e che debba parere una casa abbandonata. Aspetto notizie / vostre ma non vedo neanche ombra / di lettera scriverò domani a Papà. / Sono andato al Museo di Cluny. / che Museo….. pare un / viaggio attraverso il quattro e / cinquecento francese. E sorprendente. / Domani vado a Versailles /
     2° facciata
    (Giovedì /) Martedì / Sono una fila di camere salette / e ricettacoli, dorati, stuccati, intagliati, miniati / in legno e davorio , stuzzicati per tutto / da ornati minuziosi nelle grossezze dei / muri sui travi, sull'altezza delle / colonne, dall'ultimo piede della consolida / alla cornice della trabeazione che l'occhio / non arriva a scorgere…./ Non so come si entri… le / porte rivestite di specchi stanno / tra un'intaglio e l'altro e chiuse / non si scorgono più…. Si / procede…. un' altra saletta o / bianca e grigio o grigio e oro / o grigio solo….ed intagli sempre / per tutto interminabili………/ Tra l'inquadrature i ritratti di /
     3° facciata
    donna in guardinfante sorridente e pare / che da momento all'altro si / debba aprire una porta e sbucare una / comitiva in costume che viene ridendo / essi ferma stupefatta allo scorgermi vestito / con questo [surtu] questi calzoni e questo / cappello rotondo. / Ma qui è un deserto che fa / una certa paura. Nei giorni che non è / pubblico neanche un guardiano nell'interno…./ si procede in un silenzio sepolcrale, i passi / attutiscono sul pavimento di legno e / si ha tutto l'aspetto di ombre in / quel luogo di vita assolutamente passato. / L'evidenza dell'epoca è fortissima / in un posto c'è un alabarda traforata / e lavorata ad oro e violetto che pare posata / li in quel momento da una guardia / reale, nella sala da letto sui / cuscini situati in alto fra le dorature / e le pieghe della seta sembra di / vedere una di quelle figure che Buchè / ha dipinto sulle pareti, e che /
     4° facciata
     inconsapevole della mia presenza, nuda, protende i piedi finissimi e rosei / fuori del letto e col torso arrovesciato / la testa semisepolta nei cuscini / i capelli fluttuanti sorride / della sua vittoria di venere inconscia. / E L'illusioni a mille proseguono e / s'incalzano da una sala all'altra / dalla biblioteca alla saletta / buia - dai quadri oscuri che la segue / - nel buduar tutt'oro che segue la saletta / nera, i quadri in costume / poi le completano. Ci sono tutte / le uniformi dell'esercito schierate / una appresso all'altra altrove la / consacrazione di Luigi XV.. con / una folla di cortigiani cardinali, guardie / e magistrati. Di un ritratto / di una donna in parrucca ed incontro / un uomo serio serio col naso aquilino / e le caratteristiche della casa di Francia
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