"**De Bernardi Domenico (pittore)"
  • Livello
  • unità archivistica
  • Numero definitivo
  • 607
  • Data
  • novembre 1926 - 1 gennaio 1958
  • Soggetto produttore
  • Ojetti Ugo
  • Consistenza
  • docc.: 106 , cc.: 110
  • Descrizione
  • lettere, telegrammi, cartoline, cartoline illustrate, fotografie, biglietti, riproduzioni, ritagli stampa
  • Contenuto
  • Sono lettere di natura privata da cui si deduce un'amicizia affettuosa tra le famiglie, ma anche un rapporto legato all'attività artistica di De Bernardi, come le mostre personale di Milano presso la Società Permanente Belle Arti nel 1941, di Roma nel Maggio 1941, di Varese nel 1942, di Rovereto nel 1943, di Pallanza nel 1944. Anche in seguito alla morte di Ojetti l'amicizia con la moglie Fernanda continua per anni com'è testimoniato dalle lettere dal1945 in poi.
  • Unità di conservazione
    • tipo / valore Cassetta 24
    • Collocazione deposito Archivio Storico
    • Note Si segnalano: ringraziamenti per gli elogi fatti da Ojetti in occasione della Biennale di Venezia del 1930; invito alla mostra personale del pittore "I lavori di Roma dell'anno X" presso la Galleria dei cultori d'arte di Roma (dat. 05/11/1932) e ringraziamenti per gli elogi espressi da Ojetti sul quadro di De Bernardi "Processione" esposto a Roma (dat. 04/03/1934); visita al Salviatino (dat. 16/10/1942, 26/10/1942, 30/10/1942); lettera (dat. 05/08/1942) in cui si parla polemicamente del giudizio espresso dai giornali, in particolare dal "Popolo d'Italia", sugli artisti presenti alla Mostra di Verona, poichè essi indicano come preferito Tomea, mentre sminuiscono il suo quadro, "Frutteto in fiore"; rifiuto della Biennale di Venezia del 1942 ; lettera del 1943 circa la sua monografia presso la casa editrice Delfino 1943; lettere del 1943 sul quadro di Caldè che De Bernardi manda a Ojetti ma che arriva a destinazione in ritardo; nell'ultima lettera c'è un accenno al lavoro di Maraini in Germania; nella lettera del 15/05/1944 De Bernardi parla dell'incursione militare fatta su Varese che ha distrutto l'Istituto Editoriale Cisalpino, presso cui si stava stampando un volume importante.