"Tea Eva (scrittrice d'arte)"
  • Livello
  • unità archivistica
  • Numero definitivo
  • 1819
  • Data
  • 19 aprile 1921 - 04 settembre 1942
  • Soggetto produttore
  • Ojetti Ugo
  • Consistenza
  • docc.: 45
  • Descrizione
  • lettere, biglietti, cartoline postali, copie di lettere, minute, appunti
  • Contenuto
  • Corrispondenza di Eva Tea a Ugo Ojetti: ventisei lettere, una cartolina postale, due biglietti, un biglietto di piccole dimensioni, tre bozze di scritti di critica d'arte, due allegati (un elenco delle opere inedite possedute dalla "Fondazione Boni", e un "Pro memoria per il comm. Ojetti").
     Uno dei due biglietti riporta stampato un estratto dal testamento di Giacomo Boni, in cui si dice che la cura e la custodia delle opere di John Ruskin e i suoi manoscritti vengono affidate a Eva Tea, che si occuperà di riordinare "la parte pubblicabile". La maggior parte delle lettere tratta di argomenti legati alla scrittura di articoli da parte di Eva Tea per Ojetti.
     In una lettera (datata 19 aprile 1921) Eva avvisa Ojetti di aver ricevuto il manoscritto del bassorilievo e i libri da Treves, nei quali la chiarezza e l'umanità di alcune frasi l'hanno commossa, ne trascrive una: "Tempo verrà in cui questa intima connessione fra il Rinascimento di cui ancora troppi non vedono che la buccia pagana, e la Chiesa, tra l'umanesimo dei poeti e dei pittori e l'umanità della Chiesa apparirà chiaro e lampante a lode della Chiesa e dell'arte". Infine chiede informazioni sugli scritti che ha inviato ad Ojetti. In una lettera (datata 7 maggio 1926) comunica ad Ojetti di aver scritto un articolo, "Ruskin e Boni", che intende pubblicare su un quotidiano, per sollecitare la raccolta dell'epistolario di Giacomo Boni; chiede pertanto se il "Corriere" possa gradire "un certo numero di estratti da mandare attorno agli amici", proprio per raggiungere gli "amici dispersi". Eva si dice pronta a tradurre e rielaborare gli scritti per quotidiani stranieri. Eva ricorda ad Ojetti di avergli proposto di vedere, a Brera, i disegni di Boni che vorrebbe pubblicare, e gli chiede di avere le lettere di Boni in originale o in copia; in una (datata 10 maggio 1926) ringrazia Ojetti per l'approvazione riguardo l'articolo da lei scritto, che manderà per intero all' "Antologia Italiana", mentre per il "Corriere della Sera" preparerà un riassunto; in una (datata 14 maggio 1926) afferma di consegnare al "Corriere" delle lettere di Ruskin "legate da un commento brevissimo, quanto basta per farle intendere", da pubblicare preferibilmente alla fine del mese in concomitanza con l'uscita del fascicolo sulla "Giovinezza di Boni", cosicché uno scritto completi l'altro. In una lettera (datata 25 novembre 1927) accetta l'incarico per la scrittura di alcune voci dell'"Enciclopedia Italiana", ad esclusione della voce "affresco", per la quale conosce persone più qualificate di lei, come la restauratrice autodidatta Mimì Bazzi. In una lettera (datata 26 gennaio 1928) fa riferimento all'assegnazione delle voci "affresco" e "acquerello" alla persona da lei indicata; in una (datata 5 gennaio 1931) fa riferimento al "pittore Savini di Bologna", per molti anni poi direttore dell'Accademia Cignaroli, morto cinque anni prima lasciando molti dipinti alla famiglia che vorrebbe far conoscere con una piccola esposizione a Milano; per questa ragione chiede ad Ojetti di favorire l'iniziativa; in una (s.d.) si fa riferimento ad un dipinto della Galleria Corsini, esposto a Firenze, che non le è sembrato "un genuino Cortona".
     Due lettere di Pietro Giampaoli e dieci documenti di Ojetti tra copie di lettere, minute e appunti.
  • Unità di conservazione
    • tipo / valore Cassetta 72 ins. 1
    • Collocazione deposito fondi storici
    • Note Una lettere è scritta su carta intestata "Dice il vangelo: Beati i miti, perché erediteranno la terra. (S. Matteo V, 4); una lettera e un allegato su carta intestata "Fondazione Boni"; una "Università Cattolica del S. Cuore"; una "R. Accademia di Belle Arti di Brera". Tre lettere sono dattiloscritte. Due biglietti sono scritti su carta intestata "Eva Tea. Scuola Beato Angelico", nell'angolo in alto a sinistra, un ex-libris che raffigura un pesce sormontato dal termine che lo identifica, in greco. Uno dei due manoscritti è scritto in parte a mano e in parte dattiloscritto.
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