Archivio Fotografico


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Archivio fotografico
  • Livello
  • fondo
  • Data
  • 1951 - 2009
  • Descrizione fisica
  • L'archivio fotografico consta di circa 12000 fotocolors e 52000 negativi B/N oltre a 230 m. adibiti alle stampe B/N, 70 m. a diapositive, 1,60 m. a CD. Da evidenziare circa 13 m. di lastre di vetro.
  • Soggetto conservatore
  • Soprintendenza alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
  • Soggetto produttore
  • Soprintendenza alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
  • Storia istituzionale
  • Il 12 maggio 1881 un decreto dell'allora Ministro della Pubblica istruzione Guido Baccelli progetta l'Istituzione di una Galleria nazionale per l'arte moderna. Lo Stato stanzia una cospicua somma per numerosi acquisti e vengono precisati i compiti dell'Istituto; il regio decreto 13 agosto 1883 ne sancisce l'istituzione. Sempre nel 1883 a Roma si inaugura la prima Esposizione nazionale della capitale della nuova Italia: per questo viene appositamente costruito a via Nazionale un palazzo su progetto di Pio Piacentini e le opere acquistate per questa prima mostra rimangono in questa stessa sede e, aggiunte alle opere comprate già prima dallo Stato per le altre mostre nazionali, vanno a costituire il primo nucleo della nuova Galleria. Primo direttore sarà il pittore romano Francesco Jacovacci. Dal 1909 si cominciano ad acquistare anche opere di artisti stranieri e il patrimonio aumenta notevolmente nel giro di un trentennio. Nel 1911 in occasione del cinquantenario dell'unità d'Italia viene allestita a Roma un'esposizione universale nella conca di Valle Giulia: il grande palazzo centrale, opera dell'architetto Cesare Bazzani, viene ritenuto particolarmente adatto per collocarvi la Galleria nazionale; acquistato per tale scopo dallo Stato, la Galleria viene trasferita nel 1915 seguendo l'ordinamento stilato da un'apposita commissione l'ordinamento. Nel 1933, visto il considerevole aumento del patrimonio, l'edificio, con apposito progetto, viene più che raddoppiato dallo stesso architetto Bazzani, ma le sale costruite non saranno occupate dalle opere perché gli Archivi, gli Uffici, nonché le opere della mostra della "Rivoluzione fascista" hanno bisogno di una sede che viene individuata proprio in questi nuovi locali. Nel periodo fascista la Galleria viene privata di tutte le opere di artisti stranieri, ma fortemente arricchita di produzione artistica di regime e della raccolta di arte moderna del Comune. Scoppiata la seconda guerra mondiale la Galleria viene chiusa nel 1942, quando le opere vengono ricoverate in un luogo più sicuro fuori della città. La Galleria viene riaperta alla fine del 1944 nelle poche sale che si erano potute restaurare e ne viene pubblicata una piccola Guida. Con i primi acquisti nell'immediato dopoguerra di opere del Futurismo, di Modigliani, Morandi e dei maggiori tra i giovani artisti, la Direzione della Galleria cerca di colmare le lacune più gravi e di tenere costantemente aggiornate le raccolte: contemporaneamente avvia un programma di acquisti di opere di maestri stranieri, limitato però dai costi e dalla rarità delle opere; anche i doni contribuiscono sostanzialmente ad arricchire le raccolte della Galleria nonchè le opere, disperse tra i vari Enti, che vengono richiamate in sede. Così, questo costante incremento determina la necessità di un riordinamento completo e di nuovi allestimenti, interni ed esterni, iniziati nel 1964 (con l'800) e terminati con l'inaugurazione finale nel marzo 1968. Fin dal 1945 vengono istituiti il Gabinetto fotografico, l'Archivio generale, l'Archivio storico - biografico - iconografico, una Biblioteca specializzata, una sala per le conferenze e proiezioni, il Gabinetto del Restauro nonché laboratori di disegnatori e di operai per l'allestimento delle mostre e le necessità museografiche. Prevedendo una saturazione dei locali del Museo, anche per lo sviluppo di tutti questi numerosi settori, la Direzione della Galleria, già intorno al 1956, progetta un ampliamento nel terreno retrostante l'edificio con un disegno di legge approvato nel febbraio del 1973. Nel 1975, dopo trent'anni di direzione, lascia il suo posto Palma Bucarelli, ma non la sua abitazione che contitnua ad essere sita all'interno della Galleria stessa fino ai primi anni Novanta. Nel 1979 Giacomo Manzù dona allo Stato le proprie opere raccolte nell'edificio da lui fatto appositamente costruire ad Ardea e che sarà successivamente aperto al pubblico nel 1981. Nel 1980 la Galleria prende in consegna il legato (casa, opere, archivio) dello scultore Hendrick Andersen con l'intenzione di costituirlo come museo satellite della Soprintendenza. E' del 1987, dopo anni di chiusura per i necessari lavori, la riapertura del primo settore dell'ala destra delle collezioni del XX secolo, in particolare dedicato alle manifestazioni artistiche che vanno dal 1900 al 1945, a cura di Bruno Mantura e il relativo adeguamento degli ambienti per opera di Costantino Dardi. L'architetto recupera la dimensione originaria della Galleria con una sensibile riduzione delle superfici espositive e una conseguente rigorosa selezione delle opere esposte, procedendo, in taluni casi, anche all'adozione del criterio di rotazione periodica. Coincide con tale riapertura, ovviamente, la necessità di incrementare in modo considerevole le collezioni dal 1900 al 1945 seguendo come criterio guida non solo quello di colare le lacune più appariscenti, ma allo stesso tempo, quello di assicurare alla Galleria opere assolutamente esemplari (Morandi, Carrà, Cezanne). Nel 1991 vengono inaugurati i nuovi locali della Biblioteca, ancora una volta ristrutturati da Costantino Dardi, che interviene creando uno spazio luminoso e soprattutto autonomo, dotato di un accesso proprio sull'esterno. Dal 1999 andranno a completare il settore documentario in questa stessa sede l'Archivio Bioiconografico, l'Archivio storico e l'Ufficio del Catalogo. Nel 1995 apre il Museo Mario Praz, satellite della Galleria, la cui collezione e archivio erano stati acquistati dagli eredi nel 1986. Sempre nel 1995, a dicembre, apre anche il Museo Andrea e Blanceflor Boncompagni Ludovisi, anch'esso satellite della GNAM, per le arti decorative, la moda e il costume del XIX e XX secolo. Il 28 giugno del 1997, dopo un grandioso restauro che porterà al recupero pressochè totale degli antichi splendori del 1911, vengono riaperte le sale del primo Ottocento, ala sud-ovest dell'edificio, alle spalle della monumentale facciata, anch'essa completamente ripulita. Le sale vengono ornate, rispetto all'immediato passato, di porte e lambris in ciliegio, divani in velluti rossi e nuances alle pareti che fedelmente riproducono gli allestimenti originari riproponendo, dopo più di dieci anni, le collezioni del XIX secolo, arricchite dalle dodici statue Torlonia intorno al monumentale gruppo Canoviano dell'Ercole e Lica; viene inoltre istituito il servizio di ristorazione del Caffè delle Arti. Un anno e mezzo più tardi, il 12 dicembre 1998, sono inaugurate anche le ultime sale del'800, ala sud-est, collezioni del periodo 1880 - 1910, composte da un salone centrale affiancato da due file di tre sale ciascuna e completato da una sale terminale oblunga e perfettamente speculari alle prime sale dell'ala sinistra. Il nucleo collezionistico del XIX secolo così composto ed esposto in permanenza assomma a 600 opere in 2.500 mq. Penultimo capitolo del riordinamento della Galleria è il settore riservato agli artisti e alle tendenze italiane e internazionali all'apice negli anni Cinquanta e Sessanta che apre al pubblico il 30 giugno del 1999: sono sette sale, per un totale di circa 1000 mq. e poco più di un centinaio di opere. Nel dicembre 1999 il Museo H. C. Andersen viene aperto al pubblico dopo lavori di ristrutturazione finanziati dai fondi del gioco del Lotto per l'anno '98; a Villa Helene vengono conservate le opere dello scultore e pittore norvegese, cresciuto negli Stati Uniti e vissuto a Roma per oltre quarant'anni in questo studio-abitazione poi donato alla sua morte, nel 1940, allo Stato italiano. Nella stessa data viene completata l'apertura delle sale che ospitano le collezioni del XX secolo relative agli anni 1911 - 1950: gli spazi sono notevolmente aumentati grazie alla creazione di corridoi soppalcati per un totale di 10.000 metri quadrati ed un totale di circa 1.500 opere. Vengono inoltre riattivati gli ambienti a ridosso della libreria SACS, anch'essa trasferita in nuovi e definitivi spazi, adibiti a servizi informativi per il pubblico e a mostre tematiche.
  • Storia archivistica
  • Il primo registro dell'allora Gabinetto Fotocinematografico, che riuniva in sé Laboratorio, Archivio Fotografico e Fototeca, risale al 1 luglio del 1951. In quel periodo, su di un unico registro, venivano inventariate con numero progressivo sia le foto realizzate dal Laboratorio, sia quelle acquisite tramite donazioni, nonché le lastre fotografiche prodotte in sede e i materiali mobili e immobili assegnati al Gabinetto Fotocinematografico. La situazione rimane invariata fino al 1957, quando viene istituito un registro apposito per il carico e lo scarico dei beni mobili ed immobili. Permane però l'equivoco tra lastre fotografiche e stampe fino a che, negli anni sessanta, il registro viene utilizzato solo per l'inventariazione di lastre e pellicole fotografiche. Da allora la Fototeca viene spostata nella Biblioteca, diventando un corpo a se e fornendo un servizio di documentazione fotografica in aggiunta a quelli già esistenti per gli studiosi. Attualmente la Fototeca consta di circa 20000 stampe fotografiche in bainco e nero, 20000 diapositive e 6000 fotocolors.
  • Modalità di acquisizione
  • L'archivio è autoprodotto grazie al sig. S.Scafoletti e con l'ausilio di fotografi accreditati presso la Galleria il cui elenco è edito sul sito della GNAM, che sono: A.Idini, G. Schiavinotto, Spazio Visivo, A.Vasari
  • Contenuto
  • Le schede forniscono l'elenco del materiale iconografico (fotocolors, negativi B/N, file colore e file B/N) conservato presso l'archivio fotografico della GNAM. Tale materiale riproduce le collezioni conservate dalla Soprintendenza alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, e documenta eventi ed attività ad essa collegate. Si precisa che questo materiale viene prodotto costantemente e conseguentemente la schedatura del fondo avrà bisogno di aggiornamenti periodici.
  • Ordinamento e struttura
  • Il fondo è articolato nei seguenti livelli: 1. Galleria nazionale d'arte moderna 2.. Raccoltà Muanzù, Ardea 3. Museo Mario Praz 4 Museo Boncompagni Ludovisi 5. Museo H. C. Andersen 5. Opere GNAM conservate presso altre strutture 6. Allestimenti, inaugurazioni e mostre 7. Lavori di consolidamento e restauro Le schede iconografiche sono state ordinate per autore in ordine alfabetico e per singola opera dell'autore.
  • Strumenti archivistici
  • Registro di inventario per i negativi; registro di inventario per i fotocolors; inventariazione informatizzata dell'intero posseduto in corso con il sw Gea, a cura di Chiara Mutti. Collaborazione di Laura Maletta, Chiara Orecchini, Stefania Boccardo, Serena Scalzo, Laura Carpico anni 2008-2010. Prima pubblicazione WEB Galleria nazionale d'arte moderna anno 2006. Seconda pubblicazione Galleria nazionale d'arte moderna anno 2008 (integrazione). Terza pubblicazione Raccolta Manzù, Ardea anno 2009. Quarta pubblicazione Museo Mario Praz anno 2010. Quinta pubblicazione Galleria nazionale d'arte moderna (integrazione artisti lettera C) anno 2012.
  • Bibliografia
  • Tutti i cataloghi riguardanti le collezioni della GNAM e dei suoi Musei satellite. Tutti i cataloghi riguardanti le mostre allestite presso la GNAM e i suoi Musei satellite.